Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Cpt di Gradisca – Una rivolta nel Cie non pacificato

Nonostante il cambio di appalto ed il cambio di nome continuano la rabbia ed i tentativi di fuga

Il clima all’interno dell’ex Cpt, ora Cie, di Gradisca d’Isonzosta tornando incandescente da circa due settimane.
Già la scorsa settimana, durante la visita del Commissione parlamentare di controllo e vigilanza sull’attuazione dell’accordo Schenghen presieduta da Margherita Boniver, c’erano state le prime avvisaglie. La visita aveva lo scopo di far luce su alcuni misteri, alcune cose rimaste poco chiare in merito alla rete di appalti interni alla gestione del centro, ma è stata l’occasione per alcuni tra i richiedenti asilo manifestare il loro disappunto ed per evidenziare la necessità di avere risposte in tempi brevi alla loro domanda. Si parla di persone che stanno attendendo da più di sei mesi la risposta in prima istanza per loro domanda.

All’inizio di questa settimana si è cominciato a rivedere ciò che per molto tempo è successo dentro le gabbie di Gradisca e che spesso, quando non emerge pubblicamente, ha continuato ad avvenire.
Sono ricominciati i tentativi di fuga nella parte dedicata al cpt (la struttura di Gradisca è divisa in due ali) culminati anche in rivolte. Negli ultimi due o tre giorno sono evase circa dieci persone tutte provenienti dal Maghreb o dall’Egitto ed ai quali spesso è riservato un trattamento che sfocia in espulsioni collettive, come già è avvenuto in passato a Gradisca.

Queste fughe hanno prodotto una sorta di solidarietà attiva agli evasi che scatenato ulteriori tentativi di fuga di chi ancora era detenuto ed una prima rivolta interna contro la struttura detentiva.
Si parla di una struttura oggi danneggiata ed inagibile ed addirittura il sindacato di polizia parla di chiusura temporanea del centro perchè ingovernabile.

La gestione della nuova cooperativa ha prodotto una attività intensiva dei voli tra la Sicilia e Gradisca con un conseguente livello massimo permanente di presenza di migranti.
Vi sono persone nel cpa che attendono mesi e mesi e tutto questo comporta una rabbia che in questi giorni sta esplodendo, anche se le autorità continuano a ribadire che la situazione è sotto controllo e che non c’è stato utilizzo, come nel passato, di gas lacrimogeni all’interno della struttura.

Questa nuova fase del cpt di Gradisca, con il cambio di appalto ed il cambio di denominazione, ci racconta comunque dell’impossibilità di pacificare questi centri e di una rabbia incontenibile per chi vi è detenuto