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dal Messaggero Veneto del 20 novembre 2007

Cpt e prostituzione, aperta un’indagine

L’inchiesta confermata dalla Prefettura durante la visita dei consiglieri regionali

Segnalati movimenti anomali in via Udine e alla stazione ferroviaria di Sagrado.
Ragazze di colore in atteggiamenti sospetti durante l’uscita dal Centro di prima accoglienza.

Gradisca. «Prefettura e Questura hanno già aperto un’indagine per stabilire se esistano casi di prostituzione che riguardano donne ospiti del centro di accoglienza o se le stesse vengano eventualmente istigate a prostituirsi». Lo ha affermato ieri il capo di gabinetto della Prefettura di Gorizia, Scarabino, in risposta a una precisa domanda di Alessandro Metz (Verdi), tra i consiglieri regionali che ieri hanno visitato il Cpta di Gradisca alla presenza del presidente del consiglio regionale Alessandro Tesini.
Trovano quindi un riscontro le indiscrezioni che hanno circolato nelle scorse settimane e le segnalazioni di cittadini (più d’una riguardante la stazione ferroviaria di Sagrado, dove sono state segnalate ragazze di colore in atteggiamenti “sospetti”) che denunciavano anche un viavai anomalo di vetture nelle vicinanze del centro di via Udine in coincidenza con gli orari di uscita degli ospiti del Cpa.
Soltanto uno dei casi emersi nel corso della visita (svoltasi in un’atmosfera assolutamente tranquilla), guidata dai funzionari della Prefettura di Gorizia, dal presidente della cooperativa Minerva (ente gestore dei servizi interni del Cpta), del direttore del Centro, Paolo Zotti, e alla quale, oltre agli organi di stampa, hanno partecipato anche i consiglieri Giorgio Baiutti e Paolo Menis (Margherita -Pd), Maria Cristina Carloni (Ds-Pd), Fulvio Follegot (Lega Nord), Kristian Franzil (Prc), Bruna Zorzini (Comunisti italiani) e Maurizio Paselli (Cittadini), in conclusione della quale il presidente del consiglio regionale Tesini ha ricordato come la stessa sia «un’iniziativa importante e necessaria per meglio comprendere una struttura al centro dell’attenzione della Regione e del consiglio regionale, che su questo tema spesso hanno evidenziato posizioni diverse. Il centro è attivo ormai da due anni e nella sua attività ha anche cambiato funzione con l’apertura del centro di accoglienza, ma è innegabile che serve una comprensione più profonda del vissuto umano che essa ospita, dove aspetti di disagio e sofferenza s’intrecciano con le storie individuali e i sogni di una prospettiva di lavoro e d’inserimento. Quello che abbiamo comunque potuto constatare sono anche le grandi professionalità e serietà da parte di chi gestisce una struttura che porta chiaramente in sé situazioni di sofferenza strutturale e personale. È questa sofferenza che va assolutamente ridotta al minimo».
Tesini ha anche ricordato che «l’immigrazione costituisce sempre una risorsa, anche se il confine con la sicurezza è spesso difficile e labile. Da una parte gli ospiti del centro ci chiedono un’opportunità, dall’altra l’opinione pubblica chiede tutela e sicurezza: è evidente che l’integrazione è un percorso difficile e per seguirlo serve necessariamente la collaborazione di tutti».
Marco Ceci


Metz (Verdi): noi in visita, pochi ospiti
Franzil (Rc): queste sono strutture inutili

Se la sezione adibita a Cpa, con 106 presenze (93 uomini e 13 donne) a fronte di una capienza massima di 112 posti, era praticamente al completo il Cpt visitato ieri dalla delegazione guidata dal presidente del consiglio regionale Tesini si presentava praticamente ai minimi storici in quanto a ospiti trattenuti. Fra tunisini (la maggioranza con 23 unità), marocchini, egiziani e nigeriani, infatti, erano 42 gli immigrati oggetto del trattenimento amministrativo.
Uno svuotamento sul quale, al termine della visita, è tornato il consigliere Metz: «La casualità non ha limiti. Capisco che una visita non è possibile con il tutto esaurito, ma queste “pause” nell’attività del Cpt, che fino a qualche giorno fa conteneva oltre 100 immigrati presentando inevitabilmente momenti di tensione, coincidono spesso proprio con le visite delle istituzioni. Cosa sia veramente vivere nel Cpt lo possiamo insomma solo immaginare».
In linea con Metz il consigliere di Rifondazione comunista. Kristian Franzil, che ha ribadito come «la visita di oggi non fa che confermare l’inutilità di queste strutture, che fanno pesare a persone che in molti casi non hanno commesso reati una condanna a 60 giorni di detenzione. Manca totalmente, inoltre, qualunque intervento all’esterno del centro mirato all’inserimento sociale e all’integrazione, perciò anche chi sta nel centro di accoglienza, e quindi potrebbe uscire durante il giorno, non ha luoghi dove andare, né tanto meno ci sono strutture dove poter fare veramente formazione».
(ma.ce.)


«Questi centri non dovrebbero essere una questione di polizia»
Gestione dei servizi: il contratto con Minerva scade il 15 dicembre, 10 aziende in gara Integrazione, poche possibilità dal territorio.

«Come Prefettura siamo i primi a riconoscere che i Cpt sono opinabili. Purtroppo noi siamo diventati il terminale di una grossa carenza strutturale, non nostra, che con il lavoro cerchiamo di colmare, ma la verità è che questi centri non dovrebbero essere una questione di Polizia, come invece oggi è».
Non ha nascosto l’esistenza di diverse problematiche nella gestione del Cpta di Gradisca il capo di Gabinetto della Prefettura, Scarabino, che ha aggiunto come «la Prefettura è sempre stata trasparente e aperta a consigli e aiuti, perché è evidente che tanto va ancora fatto e tanto si può fare per migliorare la situazione. Lavorando insieme nel campo dell’occupazione, della formazione e dell’inserimento, abbandonando le polemiche, è psosibile abbattere molte barriere».
Sui rimpatri e le domande di asilo, invece, il funzionario prefettizio ha replicato seccamente al consigliere Metz, che riportava le testimonianze degli avvocati che seguivano diversi egiziani poi espulsi nonostante avessero inoltrato richiesta di asilo. «L’immigrazione è un grande business proprio per gli avvocati, questa è la verità, basta guardare le parcelle. E spesso i problemi non li risolvono, anzi».
Sempre Scarabino ha confermato come la Prefettura abbia già avviato la procedura di gara per l’assegnazione della gestione del Cpta. «Il contratto con Minerva scade il 15 dicembre e abbiamo già inviato l’informativa a 10 soggetti ritenuti idonei. Non esiste nessun rinnovo automatico della convenzione, procederemo con un’altra gara».
Alla richiesta avanzata ai funzionari della Prefettura in merito alla possibilità di attivare un circuito di inserimento e integrazione anche con enti e associazioni operanti sul territorio, soprattutto al fine di reperire alloggi per gli immigrati una volta usciti dal centro e ottenuto il permesso di soggiorno, invece, inequivocabile la risposta di Scarabino: «Abbiamo contattato associazioni, vari enti, anche strutture alberghiere, ma nessuno ci ha dato la sua disponibilità: nessuno li vuole, questa è la realtà».
Le condizioni di vita degli ospiti, soprattutto nel caso di nuclei familiari, le loro problematiche, gli aspetti sanitari sono stati oggetto delle domande rivolte dalle consigliere Zorzini e Carloni, con particolare riguardo al disagio psichico e alle esigenze delle donne. La Carloni, in particolare, ha sollecitato l’attivazione di servizi di ginecologia, pediatria e consultorio, invitando a rivistare i protocolli sanitari riferiti ai bisogni femminili, tenendo anche conto degli aspetti legati alla matrice culturale di provenienza.
(ma.ce.)