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Illegittimo richiedere la cittadinanza italiana

Discriminazioni – Un parere dell’UNAR fa chiarezza sulle assunzioni nel settore dei trasporti pubblici

a cura dell' Avv. Marco Paggi

Un parere adottato dall’UNAR, Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale, che peraltro è costituito presso il Dipartimento per i Diritti e le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, a seguito di un circostanziato esposto inoltrato dall’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione, in data 26 ottobre 2007. si riferisce alla esclusione dalle selezioni per l’assunzione nelle aziende di trasporto pubblico.
Le aziende di trasporto pubblico, in questo caso si trattava della Cotral nel Lazio, ma la questione è sostanzialmente analoga un po’ per tutte le aziende operanti in questo settore, sono, dal punto di vista legale, delle aziende private.
I rapporti di lavoro che vengono instaurati con queste aziende da parte degli autisti, bigliettai e altro sono rapporti di lavoro di diritto privato. Queste aziende però continuano a rivendicare la necessaria applicazione di un Regio Decreto n. 148 del 1931 che all’articolo 10 del Regolamento allegato prevede che, per poter accedere all’impiego in queste aziende di trasporto, si debba possedere la cittadinanza italiana, il che contrasta pienamente ed evidentemente con il principio di piena parità di trattamento, di diritti e di opportunità di accesso al lavoro, tra lavoratori stranieri regolarmente soggiornanti e lavoratori nazionali.
Si sostiene, a difesa di queste scelte, che sono sostanzialmente discriminatorie, che si tratterebbe di aziende di trasporto pubblico e che quindi, trattandosi in senso vago di pubblico impiego, sarebbe ancora necessaria la cittadinanza italiana.
E’ noto però, per chi conosce il diritto, che si tratta di un rapporto che non rientra assolutamente nella classificazione di lavoro nel pubblico impiego. Si tratta di un rapporto di lavoro privato e pertanto non ha alcuna giustificazione, quanto meno dall’entrata in vigore del Testo Unico sull’immigrazione, una discriminazione sulla base della nazionalità.
Risulta quindi palesemente illegittima l’esclusione dalle selezioni per l’assunzione degli autisti, o di altro personale, i cittadini immigrati regolarmente soggiornanti e in possesso dei requisiti previsti per l’assunzione, patente ecc.
Non si tratta di concorsi pubblici in senso tecnico, ma semplicemente di assunzioni che devono essere effettuate in modo trasparente, che consentono l’accesso a un rapporto di lavoro di diritto privato e che quindi non possono soggiacere a nessun tipo di limitazione sotto il profilo della cittadinanza.
L’UNAR ha recepito in toto le argomentazioni proposte dall’ ASGI e ha adottato questo parere, che peraltro sollecita le organizzazioni sindacali in occasione del rinnovo del Contratto Collettivo del settore, a precisare che l’accesso a questi posti di lavoro deve avvenire senza nessuna discriminazione sulla base della cittadinanza.
E’ un piccolo risultato ma significativo, frutto di un lavoro di stimolo che è stato fatto da ASGI nei confronti dell’UNAR che ha adottato questo parere molto chiaro e che sarà necessario verificare nella sua applicazione pratica. Invitiamo i lettori a segnalare eventuali discriminazioni che ancora dovessero essere attuate nell’accesso a questi rapporti di impiego privato all’indirizzo e-mail [email protected]