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dal Messaggero del 10 gennaio 2004

Fano – Nascite e alunni sempre più multietnici

Fano, città sempre più multietnica a cominciare proprio dal reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale S. Croce dove, negli ultimi anni, la percentuale di nascite da genitori extracomunitari registra numeri in ascesa. Il record di parti del 2003, ben 806 per un totale di 809 neonati (3 gemelli), ha sorpassato il precedente primato del 1984, ma è opportuno rilevare che una percentuale fra il 12 e il 13% è di bambini nati da coppie extracomunitarie.
“Un dato in costante aumento -commenta il primario, il dottor Roberto Seclì-, salito di diversi punti negli ultimi dieci anni e che vede il nostro reparto protagonista nell’ambito della provincia”. Condizioni e numeri che si riflettono direttamente nella composizione della società fanese, particolarmente evidenti nelle scuole del distretto scolastico n° 4 che comprende, oltre a Fano, sedici comuni dell’entroterra. Negli ultimi quattro anni il dato è salito da 370 a 734 alunni provenienti da 52 paesi e, soltanto nelle scuole di Fano, sono presenti 370 ragazzi di 45 nazioni.
La comunità più numerosa è quella albanese con 138 unità, seguono Marocco (63), Tunisia (26), Romania (18), Rom (12), Moldavia e Argentina (10), Ucraina (8), Cina (7), India (6), Zaire e Colombia (5), Brasile e Croazia (4), Bosnia, Algeria, Filippine, Iraq, Jugoslavia, Macedonia, Perù, Sri Lanka, Svizzera (3), Bulgaria, Nuova Zelanda, Repubblica Dominicana, Senegal, Serbia (2) e uno da Australia, Canada, Camerun, Crimea, Cuba, Equador, Etiopia, Giordania, Lettonia, Nigeria, Polonia, Portorico, Russia, Stati Uniti, Thailandia, Kenya e Venezuela. Fano si presenta sempre più come una realtà multietnica dove, spiega il presidente del Distretto scolastico n° 4 Franco Tebaldi, “si coniugano educazione, cultura e integrazione, senza perdere di vista i problemi che possono incontrare i giovani e le loro famiglie”.
La fredda statistica dei numeri, in realtà, suggerisce importanti spunti di riflessione che indicano come l’immigrazione, spesso temuta, possa invece rappresentare l’avvio di un proficuo dialogo e la scoperta di consistenti opportunità. “L’immigrazione -commenta Tebaldi- risponde sia alle legittime aspirazioni e speranze di chi proviene da paesi meno fortunati di quelli europei, ma anche alle esigenze ormai consolidate della nostra società”. In questo processo gioca un ruolo fondamentale la scuola, sempre più chiamata ad esaltare i valori dell’accoglienza, della convivenza e della crescita umana e sociale.
“Insegnanti e dirigenti scolastici -conclude- quotidianamente e con responsabilità, devono dare risposte concrete e stimolanti in questo senso, con l’intento di far crescere una società in comunione che permetta a tutti di vivere liberi e garantiti in uno spazio di giustizia e solidarietà. È nella scuola che si integra il futuro cittadino, grazie al lavoro del personale docente, delle associazioni e dei gruppi di volontariato particolarmente attivi nel nostro territorio”.