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Gradisca d’Isonzo – La lenta gara d’appalto del Cpt

La gestione di un Cpt come quello di Gradisca d’Isonzo è un affare che attrae molte imprese e pseudo – cooperative, e non solo per il fatto che si tratta di una delle strutture più grandi presenti in Italia.
Cinque milioni di euro, questo era l’ammontare della prima convenzione, quella vinta dalla Cooperativa Minerva, ora in proroga temporanea per dare tempo alla Prefettura di Gorizia di scegliere il nuovo, forse, ente gestore.
Dopo l’ annuncio Prefettizio dell’ “invito” a partecipare alla gara d’appalto una decina di soggetti consigliati dagli enti locali, è ormai certo che a rimanere in gara sono solo in tre.
In prima linea c’è naturalmente la Cooperativa Minerva che dopo questi anni di gestione, non senza polemiche, cerca una riconferma.
Partecipa alla gara anche la Croce Verde gradiscano e, come ulteriore novità anche il Consorzio – Cooperativo siciliano Connecting People, che secondo indiscrezioni pubblicate sui quotidiani locali, è proprio il soggetto partecipante con più credenziali per accaparrarsi la gara.

I primi due soggetti sono realtà conosciute, sia perchè la Croce Verde dopo aver perso la prima gara non esitò a portare la questione al Tar, sia perchè la Coop Minerva è l’ente che fino ad oggi ha gestito il Cpt di Gradisca d’Isonzo.
In questi anni abbiamo avuto modo di parlare diverse volte della struttura di Gradisca e della sua gestione, siamo riusciti a documentare per due volte quale fosse la situazione interna, abbiamo sentito più volte la voce di chi era rinchiuso dentro ed abbiamo registrato i soprusi e le ingiustizie vissute dai migranti sulla loro pelle.

La vera novità è rappresentata dalla Cooperativa Connecting People, già peraltro ente gestore del Cpt di Trapani. Una cooperativa partner del Gruppo Cgm, aderente alla Confcooperative, la lega delle cooperative di matrice cattolica.
Mentre la Legacoopsociali Friuli Venezia Giulia per bocca del suo presidente Gian Luigi Bettoli ricorda come anche questa volta nessuna cooperativa della lega da lui rappresentata abbia partecipato alla gara.
Possiamo comunque constatare come la gestione dei Cpt, oramai sia diventato uno dei business più ambiti e golosi per molte realtà dell’impresa e della cooperazione, che non guardano in faccia a nessuno, quando c’è da mettere le mani sui “tesoretti” rappresentati dalle rette e dalle convenzioni con il Ministero degli Interni alla voce gestione Cpt.
Un business che vede ormai sempre più in primo piano il mondo delle cooperative “sociali” che, in maniera ipocrita, non rinunciano ne alle loro diciture velleitarie, tipo “sociale” o “Cooperativa”, ma dall’altra parte non rinunciano nemmeno a fare cassa, e che cassa, sulla pelle dei migranti trattenuti in maniera coatta dentro questi centri.

La storia si ripete, la Cooperativa Connecting People ha già cominciato a prendere contatti con chi negli anni si è battuto contro il Cpt di Gradisca, e l’ha fatto per annunciare la sua “diversità” dall’ente gestore precedente, ha già promesso una gestione più “umana”, più solidale.
Le stesse parole che sentimmo dire dalla Cooperativa Minerva due anni fa, poi sono i fatti concreti a parlare e a dimostrare che luoghi come i Cpt non sono ne riformabili ne umanizzabili, sono e rimangono strutture carcerarie destinate a “migranti irregolari”.
Il Cpt di Trapani non spicca di certo per la sua diversità e possiamo immaginare come la struttura di Gradisca anche se cambierà ente gestore non cambierà nella sostanza.

Inoltre “dietro l’angolo” c’è il Cid, il centro di identificazione per richiedenti asilo ormai pronto per essere appaltato. E’ li, dietro lo stesso muro di cemento armato che nasconde alla strada il Cpt ora c’è anche questa struttura il cui futuro rimane nebuloso, incerto com’è incerto lo scopo degli stessi Cid. Quello che è sicuro è che a breve partirà una nuova gara d’appalto, e mentre la Prefettura ha deciso di prendersi tutto febbraio per decidere sul futuro ente gestore del Cpt, in molti si domandano da chi e come verrà gestito il Cid, l’ennesimo “mistero” della vicenda gradiscano.

Marco Visintin
Redazione Melting Pot – Friuli Venezia Giulia