Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Da Il Messaggero Veneto del 9 agosto 2009

Gradisca, rivolta al Centro per immigrati

Lanci di bottiglie piene d’acqua contro la polizia, gli agenti costretti a usare i lacrimogeni

Sul posto il 118 e i vigili del fuoco, bloccata la statale. Un nigeriano ingerisce lamette, ricoverato La protesta dopo la notifica dell’estensione a 180 giorni della “detenzione” per il pacchetto-sicurezza

Gradisca d’Isonzo. Entrano in vigore le nuove normative di legge del “pacchetto sicurezza” e puntualmente al Cie (Centro di identificazione ed espulsione) di Gradisca scoppia la rivolta. Scene da film quelle cui hanno assistito, subito dopo le 21, passanti e avventori di una vicina pizzeria.
Prima hanno assistito incuriositi allo scorrazzare sui tetti della struttura di una sessantina di immigrati urlanto e, subito dopo, agli sviluppi di una maxi rivolta, con le forze dell’ordine (bersaglio di un fitto lancio di bottiglie piene d’acqua) che per sedarla hanno dovuto ricorrere ai lacrimogeni.
Bloccata per alcuni minuti anche la limitrofa via Udine (la statale che transita davanti al Cie), con il piazzale antistante l’ingresso della struttura teatro di un intenso via vai di ambulanze, volanti e camion dei pompieri.
La protesta degli immigrati si è protratta fin dopo le 23 (una trentina i clandestini rimasti sui tetti).
Da pronto soccorso e pompieri, tuttavia, nessuna conferma su interventi effettuati all’interno della struttura dove, tuttavia, si sarebbero registrati alcuni lievi casi di intossicamento da gas lacrimogeni sia tra gli immigrati che tra le forze dell’ordine.
A scatenare la rivolta le prime notifiche dell’estensione del trattenimento scattate nel Cie isontino (dove ci sono circa 190 clandestini) in adeguamento alla nuova normativa, entrata in vigore proprio ieri, che prevede l’aumento da 60 a 180 giorni del periodo massimo in cui un clandestino può essere trattenuto nei Cie.
Una giornata di tensione, in realtà, iniziata già verso le 18, quando un immigrato dichiaratosi originario del Niger (ma ancora non identificato) ha ingurgitato alcune lamette da barba. Subito soccorso dal personale medico del Cie, guidato dal dottor Carmelo Giuraci, all’immigrato sono state prestate le prime cure del caso prima che l’aggravarsi (il clandestino lamentava forti dolori all’addome e allo stomaco) della sua situazione medica imponesse l’intervento del 118. Trasportato al pronto soccorso dell’ospedale di Gorizia, l’immigrato è stato visitato e, pur non evidenziando le analisi una situazione di particolare pericolo, è stato disposto in via cautelativa il suo trasferimento a Cattinara.
Episodi quelli di ieri arrivati a soli tre giorni di distanza dal tentato omicidio di mercoledì, quando per screzi personali, un 33enne immigrato tunisino aveva aggredito un 20enne marocchino, provocandogli con un paio di forbici una profonda ferita alla gola. Subito arrestato e trasferito al carcere goriziano di via Barzellini, il tunisino è in attesa dell’udienza per la convalida dell’aresto.
Marco Ceci