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dal Messaggero Veneto del 21 novembre 2007

Il sindaco su Cpt e prostituzione: vicenda da chiudere al più presto

Gradisca. Tommasini scosso per l’apertura di una indagine che potrebbe riguardare anche la droga

«Qualche voce in merito già circolava per la città, ma una conferma così diretta come quella della Prefettura ci ha portato a conoscenza, in maniera improvvisa, di una situazione di estrema gravità. Come sindaco sono rimasto molto colpito, ma ho sempre avuto la massima fiducia nelle istituzioni e non posso che chiedere con estrema fermezza, unitamente all’intera amministrazione comunale, che venga subito chiusa questa vicenda tristissima».
L’apertura di un’indagine (ancora in corso) da parte di Prefettura e Questura in merito a un possibile giro di prostituzione che coinvolgerebbe alcune donne ospiti del centro di prima accoglienza di via Udine (dove gli ospiti, contrariamente al Cpt, sono liberi di uscire e circolare sul territorio dalle 8 alle 20 in quanto richiedenti asilo) non ha mancato di scuotere l’opinione pubblica gradiscana, e a manifestare sconcerto e preoccupazione è il sindaco Franco Tommasini: «Credo ci sia ben poco da aggiungere – ha proseguito il primo cittadino –, se non che questa è una pagina che va subito chiusa: sia come sindaco sia come gradiscano non posso nascondere che un simile episodio è estremamente preoccupante».
Non sarebbe concentrata soltanto su casi di prostituzione, comunque, l’attenzione delle forze dell’ordine.
Il fatto che lo stesso capo di gabinetto della Prefettura, Scarabino, nel corso della visita di lunedì abbia confermato l’apertura e l’esistenza di «diverse indagini» specifiche e legate alle dinamiche del Cpta di Gradisca lascia intendere, infatti, la possibile esistenza di altri circuiti illegali, fra cui anche quello della droga.
In questo caso specifico, tuttavia, non è una novità, visto che sin dall’attivazione del Cpa (lo scorso luglio), a più riprese il gruppo cinofilo della Guardia di finanza ha effettuato controlli all’interno della struttura, controlli che sarebbero tuttavia continui anche all’esterno del centro. Centro che, stando a indiscrezioni ministeriali, sarà a breve integrato dal nuovo centro d’identificazione per richiedenti asilo (Cid), struttura con una capienza di circa 150 posti in fase di completamento in un’area adiacente al Cpta, ma completamente indipendente.
Stando a quanto si è potuto apprendere, infatti, la scadenza per la consegna della nuova struttura sarebbe fissata per il 31 gennaio, con possibile apertura, quindi, nel febbraio del 2008.
Un centro che farebbe di Gradisca uno dei punti di riferimento nazionali, o quantomeno del Norditalia, sulle tematiche dell’immigrazione, visto che i Cid “previsti” sul territorio nazionale sono sette, come le commissioni territoriali competenti a valutare le domande di asilo e riconoscere lo status di rifugiato (Gorizia, Milano, Roma, Foggia, Siracusa, Crotone e Trapani), istituite con un decreto dal ministero dell’Interno.
Un’apertura sulla quale il sindaco Tommasini ha concluso: «Credo che ormai il centro di accoglienza abbia anticipato tutto. Non credo, o almeno spero, che l’apertura del Cid comporterà grandi sconvolgimenti rispetto all’attuale attività del Cpta. Il Cpa ha consentito una sorta di rodaggio proprio in vista dell’apertura del centro d’identificazione».
Cpta di Gradisca dove ieri, nonostante la “bassa” presenza di immigrati (poco più di 40), sono riemersi casi d’insofferenza come verso le 18, quando due clandestini sono riusciti a salire sul tetto della struttura attivando immediatamente le forze dell’ordine impiegate nel servizio di vigilanza. Un gesto di protesta, più che un tentativo di fuga, esauritosi comunque nel giro di pochi minuti.
Marco Ceci


La Cdl: il Centro per immigrati si sta rivelando un’autentica bomba a orologeria

«Il Cpt a Gradisca si sta rivelando un’autentica bomba a orologeria e lo confermano anche i recenti sviluppi emersi dall’ultimo sopralluogo effettuato da Prefettura ed esponenti della Regione. Proprio per questo confidiamo in una pronta risposta all’indagine in corso per appurare eventuali casi di prostituzione o, comunque, di malavita organizzata che vede protagonisti, o semplicemente coinvolti, alcuni ospiti del Cpta». La conferma dell’esistenza di un’indagine in corso per appurare eventuali casi di prostituzione tra le donne ospiti del centro di accoglienza di via Udine, arrivata lunedì nel corso della visita del presidente del consiglio regionale, Alessandro Tesini, e di diversi consiglieri, direttamente dal capo di Gabinetto della Prefettura di Gorizia, è un fatto grave, ma non sconosciuto alle forze politiche della Cdl gradiscana.
In una nota, infatti, i rappresentanti locali di Forza Italia, Alleanza nazionale e Lega Nord ricordano come «ciò non ci coglie di sorpresa. Giorni fa avevamo proprio denunciato questi “atteggiamenti e movimenti sospetti” in occasione dell’incontro in municipio su sicurezza e ordine pubblico sul territorio. Essendo perennemente sul territorio, a contatto con i cittadini e le stesse forze dell’ordine, abbiamo raccolto le più svariate testimonianze sui comportamenti degli ospiti del centro di accoglienza, che ormai sono liberi di spadroneggiare ovunque. Le affermazioni che avevamo fatto in quell’occasione non erano altro che segnali indirizzati agli enti competenti, al fine anche di poter rassicurare i cittadini di Gradisca».
Una precisazione, ma anche una critica alle istituzioni: «Certe notizie dovrebbero far riflettere chi fa finta di non vedere e, soprattutto, chi non vuole ascoltare i cittadini di Gradisca. Queste persone sono lontane anni luce dai veri bisogni della cittadinanza e anche dai compiti che il loro incarico istituzionale comporta. Desideriamo in merito rassicurare i nostri concittadini, invitandoli tuttavia a esser ancor più solerti nel denunciare qualsiasi avvenimento li turbi, garantendo al contempo la nostra piena disponibilità verso tutti. Questo senza dimenticare un doveroso riconoscimento alle persone che con abnegazione operano all’interno del centro e alle forze dell’ordine che, con gli insufficienti mezzi a disposizione assolvono al loro incarico con estrema professionalità».
(ma.ce.)