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L’occidente, i diritti, le garanzie democratiche

Alcune riflessioni sul diritto di asilo a cura di Rosanna Marcato

Al bisogno di protezione di molte persone che cercano scampo alle guerre, alle violenze, ai disordini, alle sopraffazioni, alle torture l’Italia e l’Europa rispondono con l’internamento dei richiedenti asilo e con nuove norme che tendono ad aprire la strada ad una gestione, per conto dell’Europa, dei richiedenti asilo da parte di paesi terzi definiti sicuri o addirittura in luoghi sicuri dello stesso paese dal quale si vuole fuggire.

Sia in Italia che nel resto d’Europa si assiste ad un processo strisciante di revisione della convenzione di Ginevra partendo dal concetto che il richiedente asilo sia di fatto un frodatore e che a causa dell’alto numero delle richieste di asilo infondate +sia andato in fibrillazione il sistema di controllo fin qui operante.

L’Unione Europea, che ha come obbiettivo a breve termine l’armonizzazione delle politiche sull’asilo si sta attestando su posizioni sempre più difensive e di chiusura nei confronti di chi chiede protezione. Si va sempre più accreditando la tesi che la maggior parte delle domande è strumentale per poter entrare in Europa, aggirando in tal modo l’impossibilità di entrare con mezzi legali. Sicuramente questa è una delle possibili cause, ma non dimentichiamo che viviamo un momento storico in cui la situazione internazionale e le sempre più estese violazioni dei diritti fondamentali anche in paesi occidentali sono ormai all’ordine del giorno e generano milioni e milioni di profughi che si riversano per la maggior parte nei paesi asiatici e africani.

L’Europa accoglie meno rifugiati di Paesi poverissimi e in questo contesto l’Italia non si è mai distinta per essere una terra d’asilo. Nel nostro Paese non è mai stata varata una legge organica sull’asilo, le condizioni di accoglienza sono sempre state gravemente carenti o non sono mai esistite, pur a fronte di un numero assolutamente governabile di richieste di asilo (11.000 circa nel 2003), le procedure sono lunghe e incerte, le concessione di protezione secondo Convenzione di Ginevra sono attorno al 5%.

In questo scenario già catastrofico bisogna dire che il governo italiano sta facendo del suo meglio per adeguarsi alle direttive europee e al nuovo modo di vedere i rifugiati: dei frodatori, dei delinquenti potenziali.
Non si spiegherebbe altrimenti l’uso di internare, in piena violazione alle norme vigenti (non sono ancora stati emanati i decreti attuativi della Bossi Fini), i richiedenti asilo nei centri di identificazione o nei centri di detenzione temporanea.
Di fatto il governo ha assimilato i centri di identificazione (non ancora regolamentati dalla legislazione) con i CPT giustificando il divieto all’ingresso nei centri di Borgo Mezzanone e di Lampedusa ai volontari di Medici senza Frontiere, ai sensi di quanto disposto dall’art.21 del DPR 394/99, articolo che si riferisce esclusivamente ai centri di detenzione. Questo fatto gravissimo va ad aggiungersi a molte altre pratiche più subdole ma altrettanto significative.
Sempre più spesso persone provenienti da Paesi quali l’Afganistan, l’Iraq, la Liberia, il Sudan, il Congo, la Turchia si vedono negato – dopo sommarie e incontrollabili audizioni della Commissione Centrale – il diritto all’asilo e /o la protezione umanitaria in quanto quei Paesi sono oggi considerati democratici o non più pericolosi!!
Permane solo un piccolo problema: sono così sicuri da non poter nemmeno pensare a un rimpatrio, non ci sono voli ne autorità alle quali chiedere la riammissione (esclusa la Turchia)!

Tutta l’organizzazione delle prassi relative al riconoscimento dello status di rifugiato è affidata in Italia a una Commissione di cinque persone che dovrebbe ascoltare 11.000 richiedenti asilo.

Spesso i computer sono rotti, le convocazioni vanno perdute, le risposte inviate non si sa dove. All’audizione i richiedenti non hanno la possibilità di avere una persona di fiducia che assista al colloquio e gli interpreti, beh per quelli ci si deve accontentare, non si può pretendere di avere tutto.
In questo quadro davvero desolante,dove la persona, il richiedente asilo,si vede negati i diritti più fondamentali , non stupisce purtroppo il divieto di entrata nei centri di Medici Senza Frontiere: i testimoni scomodi vanno eliminati.

Confidiamo nelle polaroid e nelle foto ricordo….