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dal Messaggero Veneto del 1 settembre 2007

«La gente non è preoccupata ma nessuno qui vuole il Cpt»

Il vicesindaco Bianchin: un conto è gestire cinquanta immigrati, un altro ospitarne centinaia

L’assessore Bressan: «Non c’è pericolo per la comunità» La struttura è in sofferenza
L’amministrazione comunale ribadisce di essere stata da sempre contraria all’insediamento della struttura e dopo quanto successo l’altra sera si sente “tradita” dagli esponenti ministeriali di spicco secondo i quali il Cpt è stato concepito per accogliere i clandestini intercettati nel Friuli Venezia Giulia, al massimo nel Nord-Est

Gradisca. «È chiaro che certi episodi vanno a turbare la tranquillità non soltanto della cittadinanza, ma anche degli amministratori; parlare di emergenza Cpt mi sembra tuttavia fuori luogo».
Con il primo cittadino Franco Tommasini all’estero per un già preventivato periodo di ferie, tocca al vicesindaco, Sergio Bianchin, esprimere la posizione ufficiale dell’amministrazione comunale sulla fuga dei ventiquattro immigrati clandestini dal Cpta di via Udine avvenuta giovedì sera.
«Mi sembra evidente che l’episodio sia riconducibile ai grandi numeri di cui è oggetto in questi giorni la struttura – ha affermato Bianchin dalla Sicilia, dove da due settimane è impegnato con la protezione civile per fronteggiare l’emergenza incendi –. Del resto, un conto è la gestione con cinquanta immigrati, come succedeva appena poche settimane fa, ben altra cosa quando le persone trattenute sono quasi 250. Non voglio assolutamente dire che era prevedibile, ma mi sembra che fatti analoghi abbiano già interessato altri Cpt italiani, solo pochi giorni fa era successo a Bari. Parlerei – aggiunge il vicesindaco – di situazione contingente, anche se è chiaro che, in questo momento, la struttura è in sofferenza».
A offrire il polso della cittadinanza, invece, è l’assessore a Cultura e Sport, Paolo Bressan: «È chiaro che è un episodio che fa riflettere, che fa notizia: non è certo questa la pubblicità che cerca Gradisca, città a cui piacerebbe essere conosciuta per altre attrattive, non certo per il suo Cpta. Personalmente – si affretta a puntualizzare l’assessore – mi sembra comunque che tra i gradiscani non ci sia preoccupazione».
«In Comune – precisa Bressan – non sono arrivate segnalazioni di uno stato di preoccupazione o allarme da parte dei nostri concittadini. Del resto, la percezione dall’esterno è di semplice routine. Personalmente l’ho appreso dagli organi di stampa, mi sono anche recato in mattinata (ieri, ndr) sul posto, ma la situazione è sempre rimasta tranquilla, da fuori non ci si accorgeva di niente. Credo che questa sia la conferma che, al momento, non esiste una qualsivoglia situazione di pericolo oggettivo per la comunità».
Un episodio che, anche per l’assessore Bressan, resta tuttavia riconducibile all’improvvisa entrata a pieno regime della struttura di via Udine: «Bisogna considerare che la struttura sta affrontando una situazione d’emergenza come lo sono le ondate di sbarchi sulle coste del Meridione e, almeno questo è l’augurio, nel prossimo futuro la situazione dovrebbe progressivamente tornare alla normalità, almeno queste sono le indicazioni, seppur solo ufficiose».
Per parlare di certezze, comunque, basta che il discorso passi alla posizione dell’amministrazione comunale sul Cpta di via Udine. «Credo – sottolinea Bressan – di non dire nulla di nuovo se ribadisco che quest’amministrazione è sempre stata decisamente contraria a un tale tipo di struttura. Posizione che è sempre rimasta ferma a prescindere dal numero di abitanti di Gradisca e dalla dimensioni del centro: la questione che più ci ha lasciato amareggiati è che ci era stato espressamente detto che la struttura era stata concepita per accogliere gli immigrati clandestini intercettati sul territorio regionale, al massimo utilizzato come centro di riferimento per il Nordest, ma è ormai evidente che quelle promesse, fatte da esponenti ministeriali di spicco, a tutt’oggi sono rimaste tali».
«Oggi a Gradisca arriva gente da tutta Italia e questo rappresenta – afferma senza mezzi termini l’esponente dell’amministrazione Tommasini – una nuova beffa per una città e una cittadinanza che in passato si sono viste imporre, senza nemmeno la possibilità di esprimere la propria opinione, una struttura che, per vari motivi, nessuno voleva».
Marco Ceci


«Troppi soldi spesi per nulla»
I pareri degli abitanti. «Non abbiamo paura, ma non siamo certo contenti di abitarci vicino»
C’è chi propone di utilizzarli per agevolare l’integrazione
«Sbagliato usare così il denaro pubblico»

«Non ho paura, ma non sono nemmeno contento di avere a pochi metri da casa mia un Cpt». Parla mentre lo sguardo segue perplesso il viavai di volanti di polizia e carabinieri Angelo Damiano, residente in borgo Trevisan, in linea d’aria un centinaio di metri dal Cpta di Gradisca.
Tono pacato, ma concetti precisi i suoi: «È il sistema dell’immigrazione che è concepito male e strutture come i Cpt ne sono la logica conseguenza. La logica vorrebbe che per gli immigrati ci fosse un concreto percorso d’inserimento nella società, invece qui vengono solo rinchiusi. Sperpero di denaro pubblico? Credo che di fronte a certe cifre qualsiasi commento sia superfluo».
Questione economica che figura anche nel pensiero di Antonio Ferrara, uno dei titolari della pizzeria “Alla Rusticana” di via Udine: «Giardino con vista sul muro del Cpt – ironizza l’esercente –. Se servisse davvero a contrastare l’immigrazione clandestina e a regolarizzare chi arriva nel nostro paese potrei essere d’accordo, ma quello che è certo è che soldini lì dentro ne vanno parecchi. C’è poco da meravigliarsi, comunque: siamo in Italia». Claudio Lorenzon, invece, a Gradisca solo ci lavora, ma sul Cpta parla come molti gradiscani: «Innanzi tutto ritengo ridicolo che con quei muri e tutte quelle sbarre che lo fanno sembrare un fortino inespugnabile 18 persone siano riuscite a scappare. In secondo luogo, la cosa che ritengo più grave è l’enorme e ingiustificato sperpero di denaro pubblico. Soldi che andrebbero spesi per istruire, per aiutare e agevolare concretamente l’integrazione degli immigrati, non per rinchiuderli e poi, in gran parte dei casi, restituirli alla clandestinità». «I clienti? Cosa vuole che pensi una persona che fatica ad arrivare a fine mese o un anziano che fatica anche solo a garantirsi le medicine – afferma deciso da dietro il bancone Aldo Sonetti, titolare de “Il Bottegone” di via Udine –? Che sappia io, nessun gradiscano è contento di avere come vicino di casa un Cpt. Finora è andata bene, ma è chiaro che nei residenti della zona una certa preoccupazione c’è. Che poi lì dentro ci siano il delinquente e la persona per bene non ne dubito, ma i soldi dei contribuenti andrebbero spesi meglio, o, meglio, non buttati via in questa maniera, inutilmente».
Scuote il capo anche Fabio Spessot, titolare del bar “Ai passeggeri” di viale Trieste: «Come è concepita oggi, è una struttura che non serve a nulla se non a fare sparire i soldi dei contribuenti. Preoccupazione? Non sai mai cosa aspettarti con una struttura del genere in un comune di nemmeno 7 mila anime. Certo è che la gente è preoccupata».
(ma.c.)


Fi: pochi agenti, era prevedibile

«Quanto successo è l’ennesima conferma che c’è qualcosa che non va nell’attuale meccanismo per la gestione di una problematica sociale qual è la regolamentazione dell’immigrazione clandestina». Non risparmia critiche il consigliere comunale d’opposizione Greta Defend (Rifondazione comunista), che, in merito alla fuga dei 18 egiziani dal Cpta di Gradisca, aggiunge: «Se sono scappati significa che la struttura non dà più sufficienti garanzie in termini di sicurezza, né per chi vi è ospitato né per chi vi opera: è la gestione della struttura che non va. Il Cpta di Gradisca è un qualcosa che è nato sbagliato e continua a essere sbagliato».
Giudizio severo anche da parte di Paolo Tondi, responsabile della sezione gradiscana di Forza Italia: «Direi che era prevedibile. Mi sembra che da oltre un anno i sindacati di polizia segnalassero una situazione potenzialmente a rischio, ma le loro ripetute richieste di rinforzi per il servizio di sorveglianza del Cpta di Gradisca sono sempre state ignorate».
A completare gli interventi dell’opposizione comunale il consigliere comunale della lista “Cittadini per il Comune di Gradisca”, Paolo Boscarol: «Un episodio molto grave, siamo di fronte a una situazione che va brutalmente a collidere con quello che aveva garantito la dottoressa D’Ascenzio, ex responsabile ministeriale dell’immigrazione, che aveva assicurato, davanti al consiglio comunale e in risposta a una mia precisa richiesta, che il Cpta di Gradisca nasceva per accogliere solo i clandestini intercettati sul territorio regionale e, successivamente, per fare da riferimento per il Nordest: oggi ci sono voli charter praticamente quotidiani che trasportano clandestini da tutta Italia a Gradisca. Non oso nemmeno pensare a cosa potrà succedere quando verrà aperto anche il centro per richiedenti asilo».
(ma.ce.)