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Lampedusa – La voce degli abitanti. Pronti allo sciopero generale. Davanti a noi un futuro precario

Municipio occupato. Consiglio comunale permanente. I lampedusani non ci stanno ad essere ostaggi del Governo e neppure alla guerra tra poveri.

Parla Giuseppe, è del movimento giovanile di Lampedusa. Nei suoi occhi la stanchezza e la fatica della solidarietà che fino ad oggi hanno organizzato senza tregua quotidianamente. Pasti, distribuzione di vestiti, coperte, scarpe. Ma ora basta. Le promesse si sono susseguite una dietro l’altra in questi 59 giorni di occupazione di Lampedusa. da parte del Governo, non dei migranti, che ha scelto di creare lì, in quell’ultimo brandello d’Italia, nel bel mezzo del confine dell’Europa. Ormai non crede più nessuno. E l’ultimo proclama, quello del Prefetto Caruso che ha annunciato l’arrivo di 6 navi per svuotare l’isola entro mercoledì, è stato accolto con un colpo di reni da parte dei Lampedusani.
Barricate in strada, occupazione del Palazzo del Municipio, istituzione di un Consiglio Comunale permanente degli abitanti pronti allo sciopero generale.
Staranno lì fino a quando agli annunci non seguiranno i fatti. Sono pronti a bloccare l’isola, ad una serrata generale. Non vedono vita per il loro futuro. Anche questa è precarietà. La loro, quella degli abitanti di un luogo che è diventato (per scelta del governo non per una calamità naturale) una prigione in cui sono ingabbiati insieme alle migliaia di migranti che approdano, o meglio, che vengono accompagnati appositamente, invece di essere traghettati in Sicilia, al porto.

L’annuncio di Caruso sembra una beffa. L’isola è lacerata. Perché queste navi non sono arrivate finora?
L’Italia è un paese lontano. Rivendicano di essere italiani, non per trovare una loro identità da contrapporre a quella dei migranti, ma per individuare i responsabili della catastrofe organizzata sulle loro vite.

Traditi dal Governo ma pronti a mobilitarsi.

In queste ore le notizie del mainstram parlano di rivolta anti-immigrati. I lampedusani sono utilizzati due volte. Prima come tappeto da calpestare per costruire l’emergenza, poi, per alimentare le paure.
Loro non ci stanno. Non sono contro chi sbarca ma cntro chi li fa sbarcare appositamente qui. Non vogliono “cacciarli” ma essere liberati dalla gabbia che il governo gli ha costruito attorno.
Sono disperati ma hanno ben chiaro chi sono iresponsabili.

Ascoltiamo allora la loro voce

[ Segui la diretta dal presidio di Welcome sull’isola di Lampedusa ]

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