Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Marche – Assessore Amagliani: No all’apertura dei Cpt

(ASCA) – Ancona, 16 giu – ”Non siamo quel tipo di persone e di amministratori pubblici che si oppongono a qualsiasi decisione dello Stato che possa in qualche modo modificare la vita delle nostre comunita’, ma sul problema della costruzione di Centri di permanenza temporanei (CPT) per i cittadini immigrati, la nostra e’ una posizione chiara, coerente e motivata da ben tre anni. Vale a dire in tempi non sospetti.” Lo ha detto l’assessore regionale all’immigrazione e servizi sociali, Marco Amagliani intervenendo nel dibattito che si e’ aperto a livello nazionale dopo che il Governo ha inserito nel cosiddetto pacchetto-sicurezza la destinazione a CPT nelle sedi di caserme dimesse. ”Una posizione decisamente contraria – ha ribadito Amagliani – non solo a destinare l’ex Caserma ”Saracini” di Falconara Marittima a sede di CPT, ma proprio all’istituzione stessa di tali Centri che gia’ nell’acronimo contengono l’incoerenza del significato: ”permanenza temporanei”… una contraddizione in termini. Il Consiglio regionale delle Marche in una mozione approvata nella scorsa legislatura le considerava gia’ ”strutture lesive dei diritti universali delle persone”, in primo luogo della liberta’ personale. Lo stesso Consiglio regionale si era dichiarato ”indisponibile alla costruzione e alla presenza sul proprio territorio di Centri di permanenza Temporanei”.

La stessa mozione aveva impegnato la Giunta regionale ”ad operare in tutte le sedi, affinche’ in nessun luogo del territorio regionale tali strutture” potessero ”essere realizzate o attivate”. Amagliani, nel ricordare che ”con questo stesso spirito e volonta”’ aveva partecipato nel luglio 2005, in rappresentanza della Regione Marche, al forum ”Mare aperto, idee per aprire le frontiere e chiudere i CPT” tenutosi a Bari su iniziativa del Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha ricordato che ”dal quel forum e’ uscito un documento finale in cui le 14 Regioni presenti si sono impegnate ad affrontare il tema dell’immigrazione con umanita’ e giustizia, consapevoli che quella del clandestino e’ una condizione e non un reato, che va combattuta cioe’ la clandestinita’ e non la persona.

L’immigrazione non puo’ essere affrontata come una questione di ”ordine pubblico”, spesso affidata alla disciplina di legislazioni emergenziali. Si tratta invece di affrontare con realismo e cioe’ nel pieno rispetto delle Leggi, le grandi problematiche dell’accoglienza, dell’inclusione, dell’interculturalita”’. ”Le motivazione del No – ha concluso l’assessore – sono comuni ad associazioni di tutti i tipi, dai Premi nobel per la Pace, ai medici senza Frontiere e Amnesty International che hanno stilato rapporti sulle principali violazioni riscontrate nei CPT”.

Fonte: Asca.it