Dall’inferno libico alle carceri italiane, ancora una volta le emergenze sociali diventano questioni di ordine pubblico.
A Padova, a seguito delle contestazioni nel centro di accoglienza Casa a Colori, cinque profughi subsahariani sono stati arrestati con l’accusa di sequestro di persona, dopo essere fuggiti dalla dittatura libica, dopo che per un anno e mezzo l’Italia ha violato ogni protocollo sulle garanzie per i richiedenti asilo e rifugiati. Le democrazie europee vacillano di fronte alle istanze di accoglienza. La politica tace mentre la giustizia, quella dei tribunali, fa il suo corso e ci consegna ancora una volta l’attualità del rapporto distorto tra questioni sociali e legalità.
Lo spazio della crisi intensifica ancor di più questa spirale. In questo gioco di spinte tra ordine e volontà di trasformazione, tra norme e giustizia sociale, inserito in un contesto di compressione dei diritti senza precedenti, vogliamo affrontare questo inaggirabile nodo del nostro presente.
Ne discutiamo con:
Giovanni Palombarini, Magistratato
Pape Diaw, Portavoce della comunità senegalese di Firenze
Aurora D’Agostino, Avvocato del Foro di Padova
Luca Casarini, Globalproject
Nicola Grigion, Progetto Melting Pot Europa
– Appello per una mobilitazione nazionale con i rifugiati
– Padova – La protesta dei rifugiati per la libertà degli arrestati: blocchi stradali e cariche sotto il Comune
– Padova – Rappresaglia contro i profughi: 5 arresti dopo la rivolta alla Casa a Colori: lunedì l’interrogatorio di garanzia
– Padova – Milioni di euro…zero accoglienza. I rifugiati in Prefettura
– Padova – 24 gennaio: ancora rifugiati in mobilitazione
– Padova – Barricati all’interno del Centro di accoglienza: ora i rifugiati prendono parola
– Padova – La rabbia dei richiedenti asilo: non più profughi ma cittadini