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Reggio Emilia – L’altra faccia del Natale

Intervista con Alì, uno dei tanti migranti senza fissa dimora

Il problema abitativo riguarda molte famiglie: affitti a prezzi insostenibili e sfratti per morosità in continuo aumento. Tale condizione per i cittadini migranti è ulteriormente aggravata dalla legge Bossi-Fini.

Alì, migrante di origine marocchina, si trova in Italia da sei anni ed è uno dei tanti senza tetto che vive a Reggio Emilia. Attualmente ha trovato un alloggio di fortuna in una casa abbandonata, a due passi dal centro della città.
Questa casa è abitata da tante persone di origine straniera, nella camera di Alì vivono in cinque . Sono senza luce, acqua e gas.
Per illuminare usano candele, l’acqua la raccolgono dalle fontane in bottiglie di plastica e per cucinare utilizzano due mattoni per terra, in mezzo poche braci e l’ alchol come combustibile. Alì ha cambiato molti alloggi di fortuna perchè le forze dell’ordine hanno sgomberato i casolari abbandonati presso cui aveva trovato riparo: “dove trovi una casa abbandonata ci dormi alcuni giorni, un mese, sempre la polizia di butta fuori. Ti picchiano ti buttano la roba fuori, l’altro giorno hanno approfittato della pioggia per buttare fuori la roba, materassi e coperte, al ritorno abbiamo trovato la roba bagnata e siamo stati costretti a “dormire svegli”, in un altro casolare la polizia ha pisciato sui materassi, ci sono dei poliziotti che fanno delle cose sconvolgenti.”
Alì racconta inoltre la condizione di paura di chi dorme in alloggi di fortuna : la paura di tornare a casa ed essere scoperti, la paura di denunciare la condizione disumana in cui vivono e gli abusi che subiscono da parte delle forze dell’ordine.
Alì oltre ad essere uno dei tanti senza tetto è anche uno dei cosiddetti clandestini, una persona a cui una casa non potrà mai essere assegnata. Nello stesso alloggio di fortuna vivono anche migrati con permesso di soggiorno che non sono più comunque nelle condizioni di potersi permettere una sistemazione degna.

Ascolta l’intervista con Alì (realizzata da Global Project Reggio Emilia)