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Da Metropoli del 27 gennaio 2009

Sri Lanka, trecento immigrati col cedolino bloccati in patria

Anche quest’anno si registrano grossi problemi al rientro in Italia di tanti immigrati srilankesi che hanno trascorso le ferie natalizie nel paese d’origine. L’ufficio immigrazione della Cgil Campania e la comunità srilankese di Napoli denunciano la situazione disperata di 300 lavoratori rimasti bloccati in Sri Lanka.

“Queste persone – dichiara Jamal Qaddorah, responsabile Immigrazione della Cgil Campania – sono vittime dell’interpretazione singolare ed errata di una circolare del ministero dell’Interno italiano da parte dell’ambasciata italiana e da parte della linea aerea SriLankan Airlines. Questa interpretazione penalizza gli immigrati che hanno viaggiato con la ricevuta postale di rinnovo e rilascio del primo permesso di soggiorno per lavoro o per ricongiungimento familiare. Questi abusi ci costringono a prendere delle iniziative anche giudiziarie, in accordo con la comunità dei lavoratori dello Sri Lanka a Napoli e il suo presidente Mark Antony Perera”.

In una lettera di protesta inviata dal sindacato ai ministeri italiani dell’Interno e degli Esteri, all’ambasciata italiana in Sri Lanka e all’ambasciata srilankese in Italia si afferma che all’aeroporto di Colombo la compagnia aerea SriLankan Airlines, per ordine dell’ambasciata italiana, sostiene che tutti i lavoratori che hanno acquistato il biglietto aereo con la ricevuta postale per il rinnovo del permesso debbano fare rientro in Italia entro e non oltre il 31 gennaio 2009.

In alternativa, devono recarsi all’ambasciata italiana per ottenere un visto di reingresso pagando circa 80 euro. Qui interviene un secondo problema: i tempi d’attesa di tre o quattro mesi, periodo durante il quale l’immigrato rischia di perdere il posto di lavoro in Italia.

“Questa interpretazione è errata – spiega Qaddorah – . La circolare del ministero dell’Interno del 28 luglio 2008 afferma il contrario. Dice chiaramente che dal primo agosto 2008 al 31 gennaio 2009 si può passare con la ricevuta anche attraverso lo spazio Schengen. Inoltre, precisa anche che al di là della facilitazione temporanea (da agosto a gennaio) i lavoratori possono in qualsiasi momento lasciare il territorio nazionale e farvi regolare rientro”.

Nella lettera inviata ai ministeri si segnala anche il caso di alcuni immigrati rimasti bloccati in Sri Lanka perché, all’uscita dall’Italia, la polizia di frontiera non ha timbrato sia il permesso di soggiorno che la ricevuta. “Il 18 gennaio, più di quaranta persone sono state rimandate indietro dalla compagnia aerea perché non avevano il timbro sulla ricevuta postale e sul passaporto. Gli è stato consigliato di recarsi all’ambasciata italiana per chiedere un visto di reingresso”.

Un’altra situazione complicata è quella dei genitori che hanno inseriti i figli minorenni sul loro permesso di soggiorno. “La questura ha rilasciato loro una ricevuta con la loro foto e quella del bambino, però mettendo solo il nome e il cognome del genitore senza quello del minorenne e questa anomalia impedisce loro il rientro”.

Gabriela Pentelescu