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tratto da amisnet.org

Stati Uniti – Un chip per i lavoratori immigrati

Proposta shock dagli Usa: inserire un microchip sottocutaneo a chi passa la frontiera per lavoro.

Negli Stati Uniti vivono circa 12 milioni di persone senza documenti, ogni anno se ne aggiunge un milione e, in questi giorni, si apre il dibattito intorno alla possibilità di impiantare chip sottopelle per il controllo dell’immigrazione e dei “lavoratori ospiti”. La proposta arriva da Scott Silverman, presidente e amministratore delegato della Appied Digital che in un’intervista a Fox & Friends spiega come rispondere all’appello lanciato il giorno precedente dal Presidente americano Bush, ovvero sapere chi si trova negli Stati Uniti e per quali ragioni.

La risposta di Silverman si chiama Verichip, un minuscolo dispositivo RFID (Radio Frequency Identification) e consiste di un chip e di una piccola antenna che, incapsulati nel vetro, possono essere facilmente impiantati nel braccio di un essere umano.

Prodotto dalla Verichip Corporation, affiliata della Applied Digital, il Verichip, approvato anche dalla Food and Drugs Administration, è stato usato finora per applicazioni mediche, per identificare pazienti ad alto rischio e i loro dati medici in caso di emergenza ed è molto simile a quello già previsto in europa per cani, gatti e furetti al seguito di viaggiatori nell’ambito dell’Unione Europea. Nell’intervista alla Fox Silverman spiega che per risolvere i problemi legati alla sicurezza e all’immigrazione, il Verichip potrebbe essere impiantato sotto la pelle degli immigrati direttamente al loro arrivo in frontiera per registrarli e poi usato dal datore di lavoro per verificarne le identità attraverso la scansione dei dati. Questa proposta suscita interesse anche negli ambienti politici e in un Congresso del 25 aprile, il Senatore Arlen Specter riporta che “Il Presidente Uribe prendebbe in considerazione la possibilità che i lavoratori colombiani abbiano microchips impiantati nei loro corpi prima che gli venga consentito di entrare negli Usa per lavori stagionali”. La compagnia, inoltre, ha confermato di aver discusso al Pentagono della possibilità di sostituire le piastrine metalliche di riconoscimento usate finora dai militari con i Verichip.

Questa possibilità ha immediatamente scatenato le reazioni di alcuni cittadini americani e di attiviste come Katherine Albrecht e Liz McIntyre preoccupate di come questo “tracking device” – dispositivo di “tracciabilità” – potrebbe essere presto esteso anche ai cittadini americani.