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Unhcr – Etiopia: cresce il numero di rifugiati somali, in programma l’allestimento di un nuovo campo

Sempre grave la situazione nel Corno d'Africa

La scorsa settimana la popolazione di rifugiati del campo di Dollo Ado, nel sud-est dell’Etiopia, ha superato le 170mila persone. Il sito accoglie rifugiati somali ed è il più grande complesso per rifugiati al mondo dopo quello di Dadaab in Kenya. Sebbene quest’anno il tasso degli arrivi a Dollo Ado sia diminuito, nel sito continuano ad affluire persone in fuga dal conflitto e dall’insicurezza presenti nella Somalia centrale e meridionale. Molte di loro citano – come cause della loro fuga – il timore di vessazioni e il reclutamento forzato da parte dei gruppi armati che controllano estese aree rurali del paese.

Tra gennaio e la fine di settembre di quest’anno 62mila cittadini somali sono diventati rifugiati cercando riparo nei paesi limitrofi. Oltre 25mila di loro sono fuggiti in Etiopia, che a casua di tale esodo è diventata il principale paese d’accoglienza di rifugiati somali dallinizio dellanno ad oggi, nella regione. Nello stesso periodo infatti lo Yemen ha registrato 15mila rifugiati somali, il Kenya 13mila, l’Uganda 6.800 e Gibuti 2.300.

Complessivamente il numero di rifugiati somali nella regione supera il milione. La metà di loro si trova in Kenya, mentre l’Etiopia ne ospita 214mila nei campi di Dollo Ado e di un’area a nord di Jijiga, diverse centinaia di chilometri più a nord. Oltre ai somali che nel paese costituiscono il più numeroso gruppo nazionale di rifugiati l’Etiopia accoglie anche oltre 91mila rifugiati sudanesi, quasi 61mila eritrei e 4mila rifugiati provenienti da altri paesi. Ogni mese l’Etiopia accoglie generosamente migliaia di nuovi arrivi dai paesi vicini.

Attualmente i campi di Dollo Ado sono cinque. Quello di più recente costruzione è Buramino – aperto nel novembre dello scorso anno – che ha già raggiunto la sua capienza massima con oltre 32mila rifugiati. I nuovi arrivati vengono trasferiti anche nei campi di Kobe e Hillaweyn, che sono stati ampliati fino a raggiungere i 30mila posti ognuno. I due campi più vecchi Bokolmanyo e Melkadida accolgono oltre 40mila persone ciascuno.

Dato il continuo flusso di persone in arrivo a Dollo Ado, il governo etiopico ha autorizzato l’apertura di un sesto campo tra la città di Kole e il campo di Kobe, a circa 54 chilometri a nord della città di Dollo Ado.

Il costo dell’apertura del nuovo campo che include l’allestimento di servizi di base e di infrastrutture come cliniche, scuole e depositi ammonta a oltre 5milioni di dollari USA. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) chiede pertanto sostegno a donatori e partner, comprese risorse per le organizzazioni non governative che potrebbero essere operative nel campo. Per la fase iniziale sono richiesti urgentemente 1,5 milioni di dollari, necessari per la preparazione del sito, la demarcazione del terreno e l’allestimento di infrastrutture fondamentali come pozzi, punti di raccolta d’acqua, cliniche d’emergenza, servizi igienici, etc. Si aggiunge inoltre il fatto che nell’area di Dollo Ado il suolo roccioso e duro pone, ulteriori difficoltà. Nel 2012 l’UNHCR ha ricevuto contributi per 44 milioni di dollari a fronte di una richiesta basata su una valutazione delle necessità di oltre 112 milioni di dollari.

Generalmente i rifugiati arrivano portando con sé solo pochi averi. Le loro principali necessità sono alloggi d’emergenza, cibo e beni di prima necessità. Per far fronte a tali bisogni la scorsa settimana l’UNHCR ha inviato dal Kenya un convoglio composto da 9 automezzi, con 10mila teli di plastica, 500 rotoli di plastica, 20mila coperte, 15mila materassini, 15mila zanzariere e 10mila taniche per l’acqua. Il 10 ottobre i camion sono giunti a Dollo Ado, attraverso la frontiera meridionale di Moyale, e gli aiuti sono ora in distribuzione ai nuovi arrivati nel campo.

Nel frattempo, lo scorso 3 ottobre è stata aperta nel sito l’attesa pista di atterraggio, lunga 1,6 chilometri e adatta ad ogni condizione climatica. Ciò migliorerà sensibilmente il trasporto di merci e l’accesso del personale umanitario. Finanziata dal governo statunitense, la pista è stata costruita da un team di ingegneri del Programma Alimentare Mondiale (PAM/WFP), che ha lavorato a stretto contatto con le autorità etiopiche per l’aviazione civile e le strade. Si tratta di un importante e rilevante miglioramento per le organizzazioni umanitarie attive a Dollo Ado poiché la vecchia pista era spesso inutilizzabile a causa delle avverse condizioni atmosferiche. Lunico altro accesso al complesso implicava un viaggio di 3 giorni su strade malmesse, ritardando interventi d’emergenza ed evacuazioni mediche urgenti.

Quella in Somalia resta una delle più gravi e lunghe crisi al mondo. Nell’ultimo decennio solo i conflitti in Afghanistan e in Iraq hanno costretto oltre 1 milione di persone a fuggire dalle proprie case. Un terzo della popolazione della Somalia stimata in 7,5 milioni di persone è stata costretta a lasciare la propria area d’origine e vive in esilio o sfollata all’interno del paese.