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da www.tgcom.mediaset.it

Usa, immigrati chiedono riforma

Un milione di persone hanno manifestato in tutti gli Usa per la “giornata senza immigrati”, la protesta organizzata per sollecitare una riforma dell’immigrazione che non criminalizzi i clandestini. L’indicazione era che gli immigrati non si presentassero al lavoro, non andassero a scuola e si astenessero dal fare acquisti per mostrare il loro potere economico e dimostrare come sarebbe più dura la vita senza di loro.

Vi hanno partecipato soprattutto ispanici, ma anche arabi, asiatici, neri giamaicani e antillani, est-europei: ovunque, bandiere dei Paesi d’origine, specie messicane, accanto a quelle statunitensi. Le manifestazioni maggiori si sono svolte a Chicago e a Los Angeles, dove la polizia stima che abbiano marciato 400 mila persone.

Decine di migliaia, fino a 50 mila, ne sono state contate a New York, a Houston, a San José in California e altrove. Migliaia di persone hanno marciato sul ponte che collega El Paso in Texas e Ciudad Juarez in Messico, un luogo simbolo dell’immigrazione ispanica.

Una sorta di 1° maggio, che negli Stati Uniti non è giorno festivo visto che la festa del lavoro si celebra il lunedì dopo la prima domenica di settembre. Moltissime aziende grandi e piccole hanno mostrato comprensione per l’azione di protesta, dando un giorno libero a chi vi partecipava. Altre minacciavano di licenziare i dipendenti. Ma i datori di lavoro, in genere, favoriscono una soluzione della vertenza che consenta loro di continuare a occupare gli immigrati, manodopera a basso prezzo e che fa lavori che nessuno vuole fare e di cui c’è bisogno.

I clandestini negli Stati Uniti sono circa 12 milioni. Il Congresso sta discutendo una riforma dell’immigrazione: la Camera ha già varato un testo, che è un giro di vite contro i clandestini, mentre il Senato sta elaborando il suo, che dovrebbe essere meno draconiano. Il presidente George W. Bush insiste perché venga creata la figura del lavoratore ospite, così da dare uno statuto legale almeno a una parte dei clandestini.

Negli Stati Uniti vivono più di 35 milioni di persone che sono nate altrove, oltre il 10% della popolazione, compresi i clandestini, che rappresentano il 5% della forza lavoro (fra di essi, la percentuale di quanti lavorano, nove su dieci, è nettamente superiore a quella di quanti lavorano fra la popolazione legittimamente residente). Tre quarti degli illegali vengono dall’America Latina e poco più della metà dal Messico: almeno un quarto di loro sono entrati legalmente negli Stati Uniti e hanno poi lasciato scadere il loro visto senza andarsene.