Il convegno si svolge in un momento in cui sembra prevalere la logica del capro espiatorio.
Si annunciano misure legislative e prassi amministrative che individuano nei rom i responsabili della crescente insicurezza percepita dagli italiani, quando si nascondono le cause reali che producono esclusione sociale, devianza e criminalità.
I principali mezzi di informazione contribuiscono quotidianamente alla costruzione di una diffusa area di pregiudizio e di stigmatizzazione. I Rom vengono così definiti come “nomadi” anche quando sono nati e cresciuti nel nostro territorio, o sono rifugiati politici come i Rom kosovari, oppure vengono scambiati con i cittadini di nazionalità rumena.
In ogni caso vengono individuati come il prototipo di immigrati di cui avere paura, dai quali difendersi, anche a costo di calpestare i più elementari diritti della persona umana.
Il principio della responsabilità individuale viene superato con estrema leggerezza e qualsiasi fatto di reato può diventare fonte di una vera e propria responsabilità collettiva. Come per gli ebrei rinchiusi nei lager nazisti, lager nei quali erano finiti anche i rom, dei quali oggi però si è persa memoria.
Già nella precedente legislatura, a seguito di gravi fatti di cronaca, sull’onda dell’emotività e della politica dell’emergenza, il Parlamento aveva tentato di varare norme repressive rivolte ai rom di origine comunitaria, in contrasto con i principi costituzionali e le normative comunitarie. L’interruzione anticipata della legislatura ha peraltro impedito il superamento della legge Bossi-Fini e la riforma del Testo Unico sull’immigrazione. Adesso, dopo una campagna elettorale dominata dai temi della sicurezza e dell’immigrazione, provvedimenti devastanti stanno per essere assunti ed applicati, sulla base degli ultimi annunci, moltiplicando le sanzioni penali, intaccando il principio della presunzione di innocenza, i diritti di difesa, la libera circolazione dei cittadini comunitari. Oggi tocca ai rom, domani – si annuncia- sarà la volta dei migranti , poi lo stesso abbattimento delle garanzie costituzionali e dei principi dello stato di diritto si rivolgerà ai cittadini, soprattutto verso coloro che sono meno abbienti e che non rinunciano al conflitto sociale.
Dove non si riesce con la divisione sociale e con la guerra tra poveri, le norme che si annunciano e le prassi amministrative, che le stanno anticipando, getteranno nella clandestinità decine di migliaia di persone, faranno esplodere le carceri ed i centri di detenzione, esaspereranno ancora la xenofobia e la paura dello straniero in una spirale perversa che ad ogni fallimento delle politiche governative in tema di sicurezza ed immigrazione premia sempre e soltanto i responsabili di quegli stessi fallimenti.
Piuttosto che individuare le cause effettive del dilagare della microcriminalità e del disagio sociale, si pensa soltanto ad organizzare retate ed arresti, deportazioni di massa che fanno statistica, a scapito di quei percorsi di integrazione che -faticosamente costruiti con il lavoro di moltissime associazioni – stavano producendo una costante diminuzione della devianza e della criminalità. I diritti dei soggetti più vulnerabili, donne, anziani, malati, bambini, sono così calpestati sempre di più nella colpevole indifferenza dell’opinione pubblica.
La legge è uguale per tutti, si legge nella Costituzione e nelle aule dei Tribunali. Ma per gli immigrati, e per i rom in particolare, questo fondamentale principio dello stato democratico sta per essere cancellato.
Il Convegno è mirato ad approfondire gli strumenti di difesa e le residue opportunità di integrazione delle comunità rom, dando voce alla domanda di sicurezza (vera, per tutti, come condizione di coesione sociale) che viene congiuntamente dai cittadini e dai rom. L’iniziativa si propone anche di individuare strumenti legali di difesa immediatamente operativi, raccogliendo materiali e testimonianze per denunciare alla magistratura ed a livello internazionale gli abusi e le violazioni dei diritti fondamentali compiuti ai danni dei componenti delle comunità rom presenti nel nostro territorio.
Fulvio Vassallo Paleologo – Università di Palermo
– Programma del convegno
Università degli Studi di Palermo
Dipartimento Studi su Politica Diritto e Società – A.S.G.I – E.N.A.R.
CONVEGNO
Verso una nuova pulizia etnica? Sicurezza e diritti del popolo rom.
Palermo , sabato 17 maggio 2008, ore 9,30.
Facoltà di Giurisprudenza, Via Maqueda, Aula Santi Romano
PROGRAMMA
9,30 Presentazione del convegno
Prof. Fulvio Vassallo Paleologo, Università di Palermo, ASGI – Associazione studi giuridici sull’ immigrazione.
9.40 “ Discriminazione, sicurezza per tutti e abusi subiti dai rom”
Dott. Luciano Scagliotti, ENAR, Network europeo contro la discriminazione, Torino
10,00 “Rom, politiche sociali, progetti educativi e comunità locale: il caso Palermo”
Dott.ri Lilla Graci e Mauro Priano, UFFICIO ROM – Arci Sicilia- L.328/00 Piano di zona DSS42, Comune di Palermo
10,30 “Politiche abitative, interventi alloggiativi nei confronti dei rom e ruolo del comune”
Dott.ssa Antonella Monastra, Consigliere comunale
10,50 “Oltre la discriminazione istituzionale: carcere e prospettive di integrazione”
Prof. Emilio Santoro, Università di Firenze
11,10 “Campo nomadi, via del Fante 27, Palermo”
Intervengono i rappresentanti della comunità Rom di Palermo
11,30 COFFEE BREAK
11,40 “I giovani rom e la giustizia minorile”
Dott.ssa Maria Luisa Scardina, USSM, Ufficio servizi sociali Trib. Minor., Palermo
12,00 “Diritto alla salute ed accesso alle cure mediche”
Dott.ssa Lorella Vassallo, ASL 6, Palermo
12,20 “ Organizzare la difesa legale per un riconoscimento effettivo dei diritti dei rom ”
Prof. Fulvio Vassallo Paleologo, Università di Palermo,
ASGI – Associazione studi giuridici sull’immigrazione
12,40 DIBATTITO E CONCLUSIONI