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Vescovi USA contro leggi sull’immigrazione: rigidita’ porta a clandestinita’

Norme troppo rigide sull’immigrazione, che di fatto puntano a blindare le frontiere, favoriscono l’immigrazione clandestina, creano una ‘situazione immorale’, e vanno percio’ riviste: e’ l’invito fatto dai vescovi americani ai candidati alla Casa Bianca. ‘Il sistema legislativo americano e’ inadatto per affrontare il fenomeno’, ha scritto il direttore dell’Ufficio per la politica migratoria della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, Kevin Appleby, in un articolo apparso ieri sulla stampa americana e riportato oggi dalla Radio vaticana. ‘Negli ultimi 15 anni – spiega il rappresentante dei vescovi Usa – il governo federale ha speso miliardi di dollari per rinforzare la vigilanza alle frontiere; nello stesso periodo pero’ il numero di immigrati senza documenti e’ piu’ che raddoppiato’. Del resto – precisa – circa l’80% di chi giunge nel territorio statunitense trova lavoro, e questo incoraggia nuovi arrivi. ‘E’ come se la politica – ha affermato – avesse creato le condizioni per la violazione delle regole’. I meccanismi attualmente in vigore in Usa non prevedono, praticamente, vie legali per gli immigrati. I visti d’ingresso per lavoratori non specializzati sono molto pochi ripetto alla domanda. Insignificanti quelli per il ricongiungimento familiare, con tempi d’attesa anche di 10 anni. A fronte di cio’, ‘la nazione – sottolineano i vescovi – trae enorme beneficio dal duro lavoro di queste persone, che offrono la loro manodopera in settori chiave come l’edilizia o l’assistenza agli anziani e agli ammalati’. I presuli parlano di ‘situazione immorale’ e, rivolgendosi ai candidati alla Casa Bianca avvertono ‘che non sara’ un muro di 700 miglia a risolvere questo problema. Serve invece un sistema di leggi capace di valorizzare il lavoro, le opportunita’ per tutti e la compassione’.