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Alcune riflessioni sui problemi legati al rilascio della carta di soggiorno

Sono sempre più numerose le domande volte al rilascio della carta di soggiorno (art. 9 – Testo Unico sull’Immigrazione – D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286), sia perché è progressivamente aumentata la presenza di immigrati nel nostro paese, ma soprattutto perché è evidente ai più l’utilità pratica di questo documento; ciò, in particolar modo, a partire dall’entrata in vigore della legge Bossi-Fini (L. 30 luglio 2002, n. 286) che ha complicato ulteriormente le procedure di rinnovo del pds, accorciandone la durata.
Si precisa infatti che il principio secondo cui la durata del pds dovrebbe corrispondere alla durata del contratto di lavorocavallo di battaglia della legge Bossi-Fini – comporta che gli stessi stranieri devono ripetere ogni anno la trafila del rinnovo del pds presso gli uffici delle questure. Tale procedura infatti andava normalmente ripetuta una volta all’anno, oppure ogni due o persino quattro anni per gli stranieri più stanziali, che in virtù della vecchia formulazione della legge potevano ottenere il rinnovo del pds per una durata doppia rispetto a quella del permesso precedente.

Si deve inoltre evidenziare che la recente regolarizzazione ha ulteriormente intasato gli uffici stranieri delle questure, con conseguente prolungamento dell’attesa e aumentato disagio delle persone interessate, considerato che nella fase di rinnovo del pds è concretamente molto difficile trovare un datore di lavoro disposto ad assumere in regola, anche se la legge lo consente. Infatti l’art. 22, comma 12, del Testo Unico sull’Immigrazione, permette chiaramente di proseguire il rapporto di lavoro o di costituire un nuovo rapporto di lavoro anche nella lunga fase del rinnovo del pds. Il datore di lavoro, tuttavia, non è obbligato ad assumere e normalmente è piuttosto diffidente nell’impiegare una persona che si trovi nella fase di rinnovo del permesso di soggiorno perché teme che lo stesso non gli venga rinnovato, con conseguente sua perdita di tempo considerato che potrebbe trovarsi costretto a licenziare il lavoratore proprio nel momento in cui la sua attività comincia ad essere più proficua. Ecco che di fronte a proposte di assunzione di persone che hanno la sola ricevuta della questura o il tagliando di prenotazione per il rinnovo del pds, la quasi totalità dei datori di lavoro risponde alle stesse di tornare una volta ottenuto il rinnovo del medesimo.

Evidentemente i tempi di attesa sopra descritti non mancano di produrre lavoro nero e conseguentemente un danno per tutta la collettività, considerato che il lavoro nero non produce entrate nelle casse dello Stato in termini di ritenute fiscali e contributi previdenziali. Quanto appena esposto spiega perché le domande volte al rilascio della carta di soggiorno tendono progressivamente ad aumentare.

Prendiamo ora ad esempio due quesiti che sono giunti in redazione e che rappresentano due diverse situazioni relativamente alle condizioni volte a consentire il rilascio della carta di soggiorno da parte delle questure competenti.