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tratto da Qui Brescia

Brescia – Finisce con una vittoria il presidio degli immigrati

Dopo due giorni di mobilitazione davanti alla stazione e altrettanti in prossimità della Questura di Brescia si è chiuso, ieri pomeriggio, il presidio organizzato da varie associazioni di immigrati. Il Questore ha dichiarato che avrà valore legale la ricevuta di rinnovo del permesso di soggiorno. Quindi sarà per loro possibile rinnovare la tessera sanitaria, ottenere la residenza, cambiare lavoro, essere assunti regolarmente e fare gli esami per ottenere la patente anche se il permesso di soggiorno giace negli scaffali della questura in attesa di un timbro burocratico. Non sarà ancora possibile rientrare in patria con la sola ricevuta, ma verranno, comunque, distribuiti 6000 permessi entro la metà di luglio, per permettere di tornare a visitare la famiglia durante le vacanze. Resteranno a quel punto bloccati in questura altri 1200 permessi circa.

Queste due rassicurazioni hanno parzialmente tranquillizzato gli organizzatori del presidio: il Forum associazione immigrati, il Coordinamento immigrati in lotta, il coordinamento immigrati CGIL, gli immigrati Franciacorta, il Gruppo immigrazione del Brescia social forum e il Centro sociale Magazzino47, che quindi hanno deciso di smobilitarlo.

Samir Ben Othman, portavoce del Forum associazione immigrati, ha duramente attaccato la disinformazione che di solito si trova sui media, accusando i giornalisti di trascurare gli immigrati. Ma le parole più dure sono state spese contro l’attuale legge sull’immigrazione, conosciuta come “Bossi Fini”. “Una legge che ti chiede un lavoro per rinnovarti il permesso di soggiorno non è compatibile con un mercato del lavoro che prevede contratti di un solo giorno, le cooperative, le agenzie di lavoro interinale; la legge non prevede il lavoro autonomo e obbliga alla dipendenza”, ha detto. “Il permesso di soggiorno deve essere slegato dal mercato del lavoro, e permettere a tutti di poterlo cambiare o cercare se vengono licenziati”. Ma non può essere il questore, ovviamente, a cambiare la legge. “La realtà è che in questura lavorano senza avere il personale sufficiente per gestire una legge come la Bossi Fini, anche per questo i tempi sono così lunghi”, ha detto Ibrahim Diallo della Cgil, che mentre smontava il gazebo del presidio ha anche risposto ad alcuni immigrati che chiedevano come spiegare all’Asl che la ricevuta ha ora valore legale. “Se qualcuno non accetta la ricevuta, segnate l’indirizzo dell’ufficio e chiamateci!”, ha risposto ridendo Diallo.

Per chiedere cambiamenti alla legge Bossi Fini e decidere come andare avanti nelle mobilitazioni, gli immigrati si riuniranno in assemblea nazionale la prima settimana di luglio a Firenze.