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tratto da Gazzetta di Parma del 22 giugno 2006

Parma – Giustizia è fatta: Taoufik assolto

Dilaniato rischiava l'espulsione

Questa volta hanno vinto tutti: anche la giustizia. La parola scritta in calce sulla sentenza non lascia adito a dubbi: “assolto”. Ce l’ha fatta Taoufik: non sarà costretto a lasciare l’Italia, non dovrà partire per non tornare mai più in quel paese che gli ha strappato via un pezzo di vita. Rimarrà qui a curarsi, a provare a immaginare – che a volte è difficile anche quello – un futuro.
La ragione ha prevalso su tutto: Taoufik Chriti, il 33enne immigrato clandestino che il 30 luglio 2004 venne dilaniato da un decespugliatore mentre dormiva nel greto della Parma, arrestato nella notte tra venerdì e sabato per essersi trattenuto nel territorio dello stato seppure fosse sprovvisto di permesso di soggiorno, è stato assolto dal giudice Monaco perché il fatto non sussite.
Il tunisino,sopravvissuto per miracolo alle settanta lame di un escavatore che gli hanno ridoto una gamba a brandelli, compreso l’apparato genitale, obbligandolo in un letto d’ospedale per quattro lunghi mesi, non sarà costretto a fare le valige. Gli avvocati dell’immigrato, Alberto Mario Barbieri e Maria Rosaria Nicoletti, hanno infatti dimostrato che il 33enne aveva un giustificato motivo per non obbedire all’ordine del prefetto di lasciare l’Italia: Taoufik sta seguendo delle cure specifiche, ha motivi di salute più che seri per potersi fermare, anche senza regolari documenti, nella nostra città. I legali hanno prodotto tutta la documentazione necessaria: tra gli atti anche le tante prese di posizione a favore del tunisino del mondo civile e politico. Molti hanno preso a cuore la sua drammatica situazione: tra questi anche la deputata DS Carmen Motta, che ha scritto una lettera per intercedere nei confronti del clandestino.
Lo stesso PM Vicini ha chiesto l’assoluzione: non c’era ragione che venisse condannato. Tutto, per una volta, ha giocato in suo favore: e ora le cose, per lui, potrebbero migliorare. Infatti mentre il 33enne, per cancellare quel terribile incubo che lo ha quasi ucciso, continuerà a sottoporsi alle delicate cure specialistiche che in patria non avrebbe avuto modo di seguire, la prefettura ora sta pensando di rilasciargli un permesso di soggiorno per motivi umanitari. Così che lo sfortunato clandestino non debba più avere paura di essere fermato e sbattuto dentro a una cella. Sì, questa volta ha vinto anche lui: e nel dramma della situazione di chi si sente un sopravvissuto c’è spazio anche per la speranza. Chissa come si dice lieto fine nella lingua di Taoufik…