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Emilia Romagna – Lettera degli sportelli dell’Ass. Ya basta e Rumori sinistri a sostegno della mobilitazione del 1 dicembre

Sabato 1 dicembre in molte città italiane e della Regione Emilia Romagna sono previste inziative di protesta contro il protocollo tra Poste Italiane e Ministero dell’Interno per le istanze di inoltro e rilascio dei permessi di soggiorno in base al quale tali domande si devono inoltrare presso gli uffici postali anziché presso le questure, previa compilazione di un modello a lettura ottica e il pagamento di circa € 70 a persona.

A distanza di quasi anno è possibile una valutazione dei risultati prodotti dalla convenzione, entrata in vigore l’11 dicembre 2006 e finalizzata alla “semplificazione delle dinamiche operative connesse al rilascio/rinnovo dei titoli di soggiorno” come indicato nella circolare n. 400 del novembre 2006 e nel telegramma urgentissimo del 7 dicembre 2006 del Ministero dell’Interno.

Come operatori di sportelli di orientamento ed informazione per cittadini stranieri siamo testimoni del fallimento di tale procedura nel
raggiungimento dell’obiettivo fissato.

Innanzitutto i tempi dell’iter. Allo stato attuale risulta che i tempi di attesa per la prima convocazione in Questura per la procedura di
fotosegnalamento e di rilievo fotodattiloscopico sono di circa 6-8 mesi, con casi non eccezionali di addirittura 10 mesi. Il secondo appuntamento avviene dopo un’ulteriore attesa di diversi mesi.
Tali lunghe attese dimostrano che la procedura non è semplificata, ma semmai ulteriormente complicata, infatti nei casi in cui manca un qualsiasi documento, anche ordinario, la procedura subisce un ritardo ancora maggiore e la comunicazione spesso non raggiunge il destinatario, mentre il sito portaleimmigrazione.it è aggiornato con estrema lentezza e frequentemente inattivo.

Per quanto riguarda l’accesso alla procedura, l’entrata in vigore del protocollo ha ridotto notevolmente l’autonomia del cittadino migrante nel disbrigo delle proprie pratiche, dal momento che i modelli a lettura ottica sono di difficile compilazione ed egli deve ricorrere alla consulenza di un patronato, di un’associazione di categoria o ad uno sportello, spesso con un costo aggiuntivo o quantomeno con un allungamento dei tempi. Segnaliamo inoltre l’incongruenza di molti campi previsti dai moduli e la non corrispondenza dei requisiti fissati dalla normativa con alcune delle informazioni richieste dal kit.

Le lunghe attese causano disagi macroscopici agli interessati, basti pensare che un colloquio su due presso i nostri sportelli presenta contestualmente una richiesta di aiuto circa il valore della ricevuta. Nonostante le ripetute direttive e circolari del Ministero dell’Interno, del Ministero della Salute, del Ministero dei Trasporti, la validità della ricevuta non è riconosciuta e troppe attività restano sospese in attesa del rilascio del permesso di soggiorno.

Le disfunzioni di tale iter, ben lontano dai termini fissati dalla legge, si ripercuotono infatti sul funzionamento e l’organizzazione delle altre amministrazioni, costringendo tutti i servizi pubblici ad uno sforzo di adeguamento in deroga alle prassi fissate dalla normativa.
Infine, ma tante altre sarebbero le criticità di questa procedura, i costi. Il cittadino migrante paga oltre 70 euro per ogni kit, da spedire anche nei casi di aggiornamento delle fotografie, di registrazione di un nuovo figlio, di aggiornamento dei dati anagrafici. Senza considerare che ogni membro della famiglia maggiore di anni 14 deve inoltrare un proprio kit.

Per tutti questi motivi sosteniamo le ragioni della protesta e invitiamo tutti gli sportelli e i centri informativi per stranieri ad unirsi ai migranti nel chiedere che tale protocollo venga annullato e che si provveda all’acquisizione di procedure veloci, trasparenti e senza costi per il rinnovo e il rilascio dei titoli di soggiorno.