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Da Metropoli del 28 aprile 2008

La Francia verso le regolarizzazioni caso per caso

Una settimana di scioperi di alcune centinaia di camerieri, cuochi, addetti alle pulizie negli alberghi, ma anche muratori – tutti immigrati clandestini – e il sostegno dei loro datori di lavoro hanno spinto il governo francese ad aprire un processo per la loro regolarizzazione. Anche se il ministro dell’interno Brice Hortefeux avverte che il numero sarà limitato e che non si tratterà di una regolarizzazione di massa.

Da ieri, i sindacati e le associazioni che si sono schierate a fianco degli irregolari hanno cominciato a portare alle prefetture della regione parigina le domande di regolarizzazione per almeno 600 di loro. I prefetti potranno esaminare i dossier, seguendo le indicazioni fornite dall’articolo 40 dell’ultima legge sull’immigrazione, del novembre 2007: le condizioni sono che ci sia “un impegno fermo del datore di lavoro” e che i clandestini siano impegnati in lavori con carenze di manodopera.

Il sindacato di sinistra, la Cgt, vuole aggiungere altri casi: le donne che lavorano nei servizi alla persona, i salariati senza busta paga ma che possono mostrare dei collegamenti con il datore di lavoro e i salariati che sono stati licenziati dopo la legge del 2007 che obbliga i datori di lavoro a verificare i documenti dei loro dipendenti.

Ma per il capo della segreteria del ministro dell’ immigrazione, Thierry Coudert, “non si tratta di entrare in una discussione su migliaia di regolarizzazioni. Abbiamo un dispositivo che ci consente di regolamentare in modo circoscritto, caso per caso, un certo numero di situazioni”.

Sono però gli stessi datori di lavoro a spingere e a chiedere di far presto nelle regolarizzazioni: “Il caso per caso non è una soluzione – ha detto il presidente del secondo sindacato francese degli albergatori e dei ristoratori, Didier Chenet – e non si può trascinare questa situazione troppo a lungo. Questo spingerebbe i datori di lavoro a licenziare: per noi sarebbe un non senso e una perdita economica”.

L’industria alberghiera e della ristorazione francese impiega 800.000 persone, il 10% dei quali immigrati. E ogni anno non si riescono a trovare almeno 20.000 persone. Chenet dice: “Il nostro è un lavoro sotto pressione, e anche con la regolarizzazione di tutti questi “sans papiers” avremmo ancora bisogno di altri dipendenti. In ogni modo i clandestini non prendono il posto di altri salariati”.