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Trieste – Quando la riqualificazione si tinge di razzismo

Sfrattati quindici lavoratori senegalesi dal mercato che li ha visti protagonisti per più di dieci anni

Piazza Ponterosso, centro città di Trieste, in questi giorni è una piazza semi deserta, una decina di bancarelle che vendono prodotti orto-floro-vivaistici regionali hanno sostituito le quindici bancarelle dei venditori ambulanti senegalesi che animavano la piazza da più di dieci anni. Dal primo luglio l’assessore comunale al commercio ha realizzato la sua “riqualificazione” del mercato, da rionale a “settoriale”, ora si possono vendere solo prodotti alimentari e floro-vivaistici, praticamente tutto tranne quello che vendevano i lavoratori senegalesi.
La storia della “riqualificazione” del mercato di Piazza Ponterosso è iniziata quasi un anno fa, gli ambulanti senegalesi nei mesi scorsi hanno chiesto un incontro con l’assessore ed alla seconda lettera speditagli l’hanno ottenuto. Una delegazione si è incontrata in Comune con l’assessore Rovis, quest’ultimo ha promesso posti alternativi sicuri, precedenza nelle graduatorie, garanzie per gli ambulanti precari. Promesse che però non sono state mantenute, nelle delibere si parla solo di una generica “priorità” per accedere ai mercati rionali, in realtà le richieste dei quindici lavoratori senegalesi sono rimaste inascoltate.
Ma in fondo cosa vogliono i quindici lavoratori senegalesi? Semplicemente lavorare nelle piazze del centro città e tutti assieme perchè hanno sempre gestito la loro presenza in Ponterosso in modo “comunitario”, ognuno con la propria bancarella si, ma spalleggiandosi, sostenendosi a vicenda. Un modello, questo, per sopravvivere alle ingiustizie che subivano dall’Amministrazione comunale: dagli errati conteggi dei giorni lavorativi che si traducevano in mancati punteggi nelle graduatorie alle licenze pluriennali negate dal Comune, un modo per fargli pagare di più l’occupazione di suolo pubblico e quindi incentivarli a cambiare piazza.
Dal primo luglio è iniziata la “riqualificazione” e gli ambulanti senegalesi non possono più lavorare li con le loro bancarelle, ma non si danno per vinti, per anni sono stati il motore economico di quel mercato e rivendicano il diritto a continuare a lavorarci. Assieme a loro ogni giorno si aggiungono sigle e singoli cittadini solidali, a partire da alcuni consiglieri comunali dell’opposizione che in una conferenza stampa indetta nella piazza il primo giorno del “nuovo mercato” hanno svelato il doppio fine razzista della “riqualificazione”. Anche alcuni commercianti presenti ora in piazza non condividono la scelta del Comune, “Piazza del Ponterosso è grande; il Comune avrebbe potuto trovare un angolino anche per gli ambulanti senegalesi, magari eliminando qualche parcheggio: in fondo sono nostri “colleghi” e hanno il diritto di lavorare”. Nei giorni seguenti anche la Cgil ha espresso i suoi dubbi sulla scelta dell’assessore comunale Rovis mentre la Confesercenti, attraverso il suo presidente Giuseppe Giovarruscio e Giuliano Mauri, uno dei dirigenti, critica duramente l’Amministrazione comunale: “L’unico risultato è stato quello di estromettere gli ambulanti che c’erano e che erano regolari. Non davano fastidio, ma hanno un piccolo particolare: un colore che non si intona con la piazza. Loro potevano restare, bastava organizzare diversamente gli spazi. Quella del Comune è stata una scelta politica. Oltre a essere solidali con gli ambulanti, ci dichiariamo disponibili a un confronto sui temi della tolleranza e dell’integrazione. Quello di Ponterosso è l’unico ponte che divide”.
Una pioggia di critiche contro la scelta del Comune ha quindi riempito le pagine dei giornali locali mentre i lavoratori senegalesi, supportati dall’Associazione Razzismo Stop e da altri cittadini, hanno lanciato una raccolta firme per mettere “nero su bianco” la solidarietà nei loro confronti, ed hanno deciso di farlo con un banchetto che tutte le mattine accompagnerà almeno per una settimana il nuovo mercato di Ponterosso. Ma non si limiteranno a non abbandonare la piazza che gli ha dato lavoro per tutti questi anni, hanno anche deciso di “attraversare” simbolicamente le altre piazze del centro cittadino nelle quali l’Amministrazione comunale non vuole vederli, quindi la mattina in Piazza Ponterosso ed i pomeriggi dalle 17.00 alle 20.00 ogni giorno in una piazza differente: lunedì Sant’Antonio, martedì Borsa, mercoledì Cavana e giovedì via delle Torri. E la solidarietà non si è fatta attendere, il primo giorno di raccolta firme (sabato 5 luglio) ha visto un’affluenza record, in quattro ore sono state raccolte 470 firme, tantissimi i cittadini accorsi in piazza per firmare, anziani, giovani, famiglie, tutti convinti nel voler far tornare sui propri passi l’Amministrazione comunale.