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Lampedusa – Il lager in fiamme

Rogo nella struttura non a norma con le disposizioni anti-incendio. Scontri e lancio di lacrimogeni in mattinata

Era annunciato. Non solo perchè la struttura non risponde alla normativa anti-incendio stabilita dallo stesso Ministero dell’Interno, ma anche per la scelta di trasformare quello che fino a poco tempo fa era un centro di prima accoglienza e soccorso – da cui secondo il premier si poteva “uscire a bere un birra in paese” – in un Centro di identificazione ed espulsion (anche se ancora non è possibile visionare il testo del decreto istitutivo). E poi le espulsioni collettive, i rimpatri di massa nei confronti dei cittadini tunisini per i quali le domande d’asilo (un diritto soggettivo) sono considerate carta straccia.

Già nelle scorse settimane un incendio di minore entità aveva danneggiato la struttura della base Loran (prima destinazione del Cie), poi, con l’inizio dei rimpatri (ieri 107 tunisini trasferiti a Roma in attesa di espulsione), dopo che per mesi gli stessi migranti erano stati trattenuti ingiustamente ed illegalmente nell’isola prigione, le prime iniziative di protesta interna, lo sciopero della fame, fino ai tentativi di fuga avvenuti nella mattinata di oggi, che hanno comportato l’intervento delle forze di Polizia, (si parla di un isola militarizzata) il lancio di lacrimogeni, gli scontri e poi ancora il rogo appicciato probabilmente dai migranti dopo aver ammassato materassi ed altro materiale infiammabile.

Il Sindaco De Rubeis è lapidario. «gli immigrati hanno dato fuoco al centro di accoglienza. Le fiamme sono alte 10 metri e c’è una nube di fumo che minaccia anche il centro abitato e potrebbe essere tossica. In mattinata ci sono stati scontri fra forze dell’ordine e immigrati. Poi gli immigrati hanno appiccato il fuoco nella palazzina centrale e le fiamme stanno invadendo le palazzine vicine. Ci sono certamente feriti, non sappiamo se ci sono morti». «La situazione è pericolosa. A distanza si nota che le fiamme sono altissime e non si vede nulla». «La colpa è del governo che ha trasformato il centro in un lager – ha dichiarato ancora il Sindaco – Gli immigrati sono esasperati e stamattina ci sono stati scontri con la polizia. So che sono stati lanciati lacrimogeni e poi è divampato il rogo, probabilmente appiccato dagli extracomunitari. Mi parlavano di fiamme alte 10 metri». «So che ci sono certamente feriti tra gli agenti. Spero che non dovremo contare morti. Comunque la palazzina principale del centro è andata distrutta».

Alcuni abitanti dell’isola accorsi sul posto sono stati allontanati dalle forze dell’ordine perchè riprendevano l’accaduto, mentre oltre 800 persone sono tuttora trattenute all’interno del Cie in fiamme con forti rischi per la loro incolumità. I Lampedusani chiedono di aprire una breccia nelle recinzioni per poter salvare in sicurezza i migranti detenuti. “Era chiaro che finiva così” – dicono – “ci hanno allontanati per motivi di ordine pubblico ma è chiaro che noi siamo al sicuro, mentre i ragazzi tunisini che sono lì dentro no”.
guarda il video tratto da C6tv

Lo scorso mese gli abitanti dell’isola di Lampedusa erano stati protagonisti di una battaglia inedita e straordinaria per il loro futuro, che ha saputo coniugare il desiderio e l’ambizione di battersi per la difesa della propria terra a quella per la civiltà ed i diritti, contro la costruzione di nuovi centri e la trasformazione dell’isola in una nuova Alcatraz.

galleria fotografica da repubblica.it

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