“Confine orientale: basta respingimenti, chiudiamo i CPR!” è il titolo del comunicato promosso da diverse associazioni del nordest nei giorni scorsi per denunciare l’ennesima morte nel CPR di Gradisca d’Isonzo.
“Questo delitto di Stato, va inquadrato nel contesto più generale del confine orientale, sbocco della Rotta balcanica“, si legge nel testo, una rotta in cui secondo le parole della Ministra Lamorgese in visita a Trieste recentemente, “non esiste nessuna emergenza tranne il covid”.
“Il governo italiano affinerà la sua risposta nell’ambito dei flussi di migranti che giungono nel Paese attraverso la rotta balcanica, il sistema dei respingimenti funziona bene” sono state queste le dichiarazioni della Ministra dell’Interno che suonano come una provocazione.
Sentiamo quindi il commento di Matteo e Federica di Bozen Solidale, una realtà che aderisce alla campagna Lesvos calling, tra i firmatari del comunicato.
A quanto pare il Ministero non è a conoscenza delle centinaia di segnalazioni e di rapporti delle ONG e degli avvocati di ASGI, o dell’ultimo dossier della rete Rivolti ai Balcani pubblicato il mese scorso, oppure delle testimonianze raccolte da attivisti e attiviste che operano lungo i confini e nei luoghi di passaggio e costantemente denunciano veri e propri crimini compiuti dalle polizie di vari paesi, dei respingimenti illegali e violenti e dell’umiliazione a cui sono costrette centinaia di persone che cercano di raggiungere l’Europa. Sulla rotta balcanica non “va tutto abbastanza bene”. C’è un’emergenza, c’è un grande problema umanitario, di violazione dei diritti e di orrori indicibili.
Con questo speciale curato dalla campagna Lesvos calling cercheremo di mappare questo percorso per evidenziarne le profonde criticità attraverso le parole di chi opera a sostegno delle persone in transito lungo rotta balcanica.
Ascolteremo le testimonianze di Diego Saccora, attivista dell’Associazione Lungo la rotta balcanica, Alessia di No Name Kitchen e Border Violence Monitoring Network, Giuseppe e Floriana del Collettivo Rotte Balcaniche Alto Vicentino, Gian Andrea Franchi di Linea d’Ombra, Dimitra del gruppo La strada si.cura e Jacopo di One Bridge to Idomeni.
Questa trasmissione speciale di Radio Melting Pot è condotta da Eleonora e Francesco.
Sulla rotta balcanica la vera emergenza è la violazione dei diritti: uno speciale di Radio Melting Pot
Il primo dei contributi che abbiamo raccolto per questo speciale: quello dell’Associazione Lungo la rotta balcanica.
Diego Saccora e Anna Clementi sono ripartiti per un viaggio di monitoraggio. Si trovano in Grecia da una decina di giorni.
“In questo periodo poter viaggiare rappresenta ancora di più un privilegio“, ci dice Diego in questa corrispondenza – “rispetto alle migliaia di persone che questo privilegio non lo hanno“.
La Grecia negli ultimi anni, dopo l’ignobile accordo UE/Turchia, sta diventando sempre di più una “prigione a cielo aperto”. Ascoltiamo le parole di Diego.
Una testimonianza dalla Grecia di Diego Saccora, Lungo la rotta balcanica

La prossima testimonianza che ascolteremo è quella di Alessia, volontaria e attivista di No Name Kitchen che fa parte della rete Border Violence Monitoring Network. Alessia è appena rientrata dal confine greco-albanese. Era partita a febbraio con l’intento di fare un monitoraggio delle zone di confine meno conosciute, ma è rimasta bloccata in Grecia a causa della pandemia. Sul campo ha comunque svolto la sua azione di raccolta di testimonianze, in particolare della zona albanese, che sta diventando sempre di più un punto caldo della rotta a causa dell’intervento dell’agenzia Frontex che da un anno a questa parte ha iniziato una missione di violenti respingimenti per conto dell’Ue. Sentiamo le parole di Alessia.
Alessia, volontaria e attivista di No Name Kitchen
Linea d’Ombra è un’organizzazione di volontariato nata a Trieste nel 2019. Il suo fine è di raccogliere fondi per sostenere le popolazioni migranti lungo la rotta balcanica e ovunque potrà esserci bisogno. L’associazione presta cure mediche e indumenti puliti a chi passa in transito per la città di Trieste e vanno regolarmente da diversi anni in Bosnia per portare aiuti concreti ai migranti e agli attivisti presenti in loco.
Gian Andrea Franchi che con Lorena Fornasir ha dato vita all’associazione ci parla
di una situazione molto complessa ai confini.
I respingimenti della polizia italiana sono una pratica non emergenziale ma strutturale infatti il 50,60% per cento delle persone intercettate viene respinto in Slovenia. “Nella piazza di Trieste” ci spiega Gian Andrea, “continuano ad arrivare migranti con una media di 20 persone al giorno. arrivano in cattive condizioni fisiche”. “Sta aumentando il numero di persone che arrivano ad Udine, forse perché più lontana dai confini e quindi più facilmente attraversabile. Il flusso, non si ferma”. Ascoltiamo.
Gian Andrea Franchi, Linea D’Ombra
Strada Si.cura è un gruppo di medici e infermieri nato durante la pandemia a fianco di Linea d’Ombra, nella piazza della stazione dei treni di Trieste, divenuta punto di attraversamento di persone in movimento che arrivano stremate dopo il “game”. Riunisce giovani medici che ogni giorno si recano in piazza per curare le ferite sui corpi violentati, ci racconta Dìmitra, operatrice de La Strada Si.Cura. Sentiamo.
Dìmitra, operatrice di Strada Si.Cura
Il Collettivo rotte balcaniche-altovicentino è una piccola realtà che ha cominciato ad interessarsi alla rotta balcanica nel novembre 2018, quando si sono recati in Bosnia-erzegovina a supporto di No Name Kitchen.
Grazie alle conoscenze pratiche e professionali di alcuni membri del collettivo i viaggi si sono intensificati nel 2019, andando a contribuire alla manutenzione degli squats lungo la rotta con sistemazioni e migliorie, in collaborazione con i migranti stessi.
Unendo all’azione solidale anche una visione politica sul modello della rotta e sulle sue cause i membri del collettivo rotte balcaniche si recheranno nuovamente in Bosnia-erzegovina per cominciare ad organizzare dei trekking di monitoraggio lungo i confini, con lo scopo di far emergere l’ipocrisia con cui le autorità europee e i singoli governi nazionali affrontano il problema.
Giuseppe e Floriana ci presentano le attività del collettivo.
Giuseppe e Floriana del Collettivo Rotte Balcaniche Alto Vicentino
L’Associazione One Bridge to Idomeni promuove un nuovo progetto in collaborazione con la Onlus Vasilika Moon e Aletheia RCS. Si tratta di un community centre vicino al campo per rifugiati, nei pressi di Corinto, in Grecia.
Abbiamo chiesto a Jacopo di One Bridge to Idomeni di raccontarci questa nuova missione che prevede l’apertura di uno spazio al di fuori del campo governativo che possa permettere l’intreccio tra la popolazione locale e le persone rifugiate. Tutte le informazioni per diventare volontario sono disponibili sulla pagina FB dell’Associazione.
Jacopo di One Bridge to Idomeni
Siamo arrivati alla fine di questa trasmissione speciale, vi ringraziamo per l’ascolto e vi diamo appuntamento alla prossima puntata di Radio Melting Pot che andrà in onda e on line sabato 25 luglio.
Ringraziamo Pino per la post produzione, Jerry per le ottime scelte musicali, Barbara in redazione e gli ospiti che sono intervenuti.
Vi ricordiamo che potete seguire la Campagna Lesvos calling sulle nostre pagine Facebook e Instagram e sul sito di Melting Pot Europa.
Per ascoltare tutte le trasmissioni di Radio Melting Pot trovate tutti i podcast su meltinpot.org e sherwood.it.