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Frontex ignora le violazioni dei diritti al confine di Evros

Bloccati al confine - 10 dicembre 2020

Il mese scorso il partner di BVMN, Josoor, ha dato una notizia che evidenzia un preoccupante conflitto tra le autorità greche e turche al confine tra Evros/Meriç. 70 persone, tra cui famiglie con bambini e una donna incinta, sono rimaste bloccate su un’isola su cui erano state costrette dopo un respingimento illegale condotto dalle autorità greche. Né la Turchia né la Grecia hanno consentito al gruppo di entrare nei rispettivi territori, e le persone sono rimaste per giorni senza cibo o acqua a temperature gelide. A tal proposito BVMN pubblica uno scioccante scambio di lettere con Frontex, che si è rifiutato di assumersi qualsiasi responsabilità per la sicurezza delle suddette persone, nonostante il suo mandato di garantire i diritti fondamentali.

L’11 novembre 2020, messaggi e video ricevuti da Josoor hanno mostrato una situazione allarmante in corso su un’isola vicino a Didymoteicho/Serem. L’isola nel fiume Evros/Meriç, situata tra Grecia e Turchia, è diventata un sito di detenzione improvvisato, e nessuno dei due paesi ha permesso al gruppo di migranti di andarsene. Dopo essere stati respinti dalla Grecia, i migranti hanno dovuto affrontare i militari turchi sulla riva opposta che li hanno costretti a tornare in acqua. Questo incidente fa parte di un fenomeno in crescita notato nei rapporti BVMN e confermato dalle osservazioni sul campo di Josoor, che supporta i migranti in Turchia. In un altro incidente, verificatosi diversi giorni dopo, un intervistato ha riferito quanto segue:
“Siamo stati lì per due giorni, nascondendoci da entrambe le forze di polizia, greche e turche, cercando di trovare il momento e il modo per attraversare il fiume e tornare in terra turca.”

Una richiesta d’azione urgente

In risposta a ciò, AlarmePhone, un’altra Ong, contattata dallo stesso gruppo, ha allertato le autorità greche e turche. Poiché Evros è un’area operativa di Frontex, e Frontex ha un ufficio di collegamento in Turchia, Josoor ha avanzato richiesta per conto di BVMN affinché l’agenzia dell’UE agisse. Josoor ha chiesto un intervento tempestivo di Frontex, per prevenire ulteriori rischi per la vita delle persone bloccate, e garantire che i pattugliamenti di frontiera fossero condotti nel rispetto dei diritti fondamentali. In una lettera indirizzata al direttore Fabrice Legerri, Josoor ha fornito la posizione, i dettagli e delineato le esigenze critiche delle persone interessate:
Esortiamo ad esercitare pressioni immediate e decisive sulle autorità greche per salvare queste persone e intervenire al meglio delle vostre capacità in linea con gli obblighi previsti dal regolamento 2019/19896 della Guardia di frontiera e costiera europea“.

Nonostante Frontex sia stato contattato immediatamente dopo aver ricevuto la chiamata di soccorso, la lettera e le molte e-mail inviate sono state ignorate per due giorni, durante i quali le risorse a disposizione dei migranti si sono esaurite e la loro situazione fisica è peggiorata. Le 70 persone, uomini, donne e minori, sono rimasti per quattro giorni bloccati senza cibo e acqua.

Durante questo periodo Frontex ha ignorato volontariamente la loro situazione e ha protratto gli abusi avvisando semplicemente le forze di frontiera greche che avevano condotto il respingimento di questo gruppo.

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Al Direttore esecutivo della guardia di frontiera e costiera europea, Fabrice Leggeri, e al Responsabile ad interim dei diritti fondamentali della guardia di frontiera e costiera europea, Annegret Kohler
All’attenzione del Forum consultivo dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera

Abbiamo ricevuto informazioni che indicano che attualmente circa 70 persone, tra cui diversi bambini e almeno una donna incinta, sono bloccate su un’isola nel fiume Evros dopo un respingimento dalla Grecia.1 Le coordinate di questa isola sono 41°19’05.7″N26°29’30.1″E, in territorio turco. Abbiamo anche ricevuto dei filmati. Questa è la fonte: https://www.josoor.net/post/breaking-pushed-back-and-abandoned-on-island-in-middle-of-evros. Esortiamo ad esercitare pressioni immediate e decisive sulle autorità greche per salvare queste persone e intervenire al meglio delle vostre capacità in linea con gli obblighi previsti dal regolamento 2019/19896 della Guardia di frontiera e costiera europea.

Il primo gruppo di circa 60 persone, tra cui famiglie, bambini e una donna incinta, ha riferito di essere stato respinto dagli agenti greci su quest’isola di Evros diversi giorni fa. È molto probabile che i migranti siano stati respinti lunedì 9 novembre, dopo essere stati trattenuti dagli agenti greci per un giorno, durante il quale è stato loro negato cibo e acqua. Le informazioni raccolte da Josoor2, partner di BVMN, suggeriscono che queste persone sono sull’isola da almeno tre giorni, come testimoniato da una persona in uno dei video. Ci sono state anche segnalazioni di altre 10 persone respinte dalle autorità greche su quest’isola ieri, martedì 10 novembre.

Poiché il livello dell’acqua è attualmente abbastanza basso, alcune persone hanno tentato di lasciare l’isola per raggiungere le coste turche. I soldati turchi presenti, visibili in uno dei video, hanno iniziato a sparare colpi di avvertimento contro di loro, gridando di tornare in Grecia. Tuttavia, l’ingresso in Grecia è impedito dalla polizia greca. Negli ultimi mesi la maggior parte delle testimonianze di respingimenti sul fiume Evros, che abbiamo raccolto e pubblicato su www.borderviolence.eu, ha rivelato che dopo il respingimento dalla Grecia i richiedenti asilo sono costretti dalle forze di frontiera turche a tornare in Grecia, da dove sono successivamente respinti di nuovo in territorio turco.

Le 70 persone presenti sull’isola sono rimaste per quattro giorni senza cibo o acqua potabile. Stanno congelando e morendo di fame. Ci sono diversi bambini, e pare che una donna sia in travaglio. I loro diritti vengono violati negando l’accesso a cibo, riparo e protezione.
Abbiamo ricevuto tre video dalle persone sull’isola.3 In questi video i migranti respinti raccontano la loro esperienza, esprimendo la loro fame, angoscia e turbamento. Dicono che la polizia turca gli ha sparato, e indicano i soldati sulla riva turca.

Vorremmo ribadire che le persone attualmente a rischio sono state effettivamente respinte dalle autorità di uno Stato membro dell’UE. e che pertanto Frontex ha mancato agli obblighi di cui all’articolo 80, paragrafo 1, in materia di garanzia dei diritti fondamentali nelle sue aree operative. L’incidente si sta verificando nel fiume Evros, che è un’area operativa di Frontex in cui attualmente è in atto un rapido intervento alle frontiere (RABIT) dispiegato a partire da marzo 2020.

Come indicato nei regolamenti EBCG “La guardia di frontiera e costiera europea garantisce la protezione dei diritti fondamentali nello svolgimento dei suoi compiti ai sensi del presente regolamento in conformità del diritto dell’Unione pertinente, in particolare della Carta, e del diritto internazionale pertinente, compresa la convenzione del 1951 relativa allo status dei rifugiati, il Protocollo del 1967, la Convenzione sui diritti del fanciullo, e gli obblighi relativi all’accesso alla protezione internazionale, in particolare il principio di non respingimento (articolo 80, paragrafo 1)“.
Riconosciamo il suo recente impegno pubblico a favore dei più elevati standard di protezione dei diritti fondamentali. Esortiamo pertanto a mantenere questo impegno intervenendo immediatamente, contrastando le violazioni dei diritti umani attualmente perpetrate alle frontiere esterne dell’UE.

Con urgenza,
Natalie Gruber
Presidente di Josoor, a nome del Border Violence Monitoring Network
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Allontanati ed ignorati

La sera del 13 novembre, un giorno dopo che il gruppo era stato finalmente in grado di lasciare l’isola e proseguire in territorio turco, Leggeri ha finalmente inviato una risposta alla lettera urgente di Josoor. La lettera ha sottolineato che la posizione fornita non rientrava nell’area operativa di Frontex, ma che un team Frontex era dispiegato a 32 km di distanza. Egli ha inoltre dichiarato che Frontex ha trasmesso il messaggio alle autorità greche responsabili. Secondo la lettera, le autorità greche hanno informato Frontex di “un gruppo di persone avvistato in territorio turco durante il giorno 11.11.2020, un gruppo che non ha attraversato il confine con il territorio greco“, non riconoscendo che erano state le autorità greche a mettere il gruppo in questa pericolosa situazione sull’isola in primo luogo. Questa affermazione solleva più domande di quelle a cui risponde, e rappresenta un’abdicazione di ogni responsabilità da parte di Frontex.

Per quanto riguarda la questione della sede operativa di Frontex, Leggeri sembra giocare con la semantica. Il confine di Evros è un’area operativa di Frontex in quanto Frontex è noto per essere stata attiva lì per molti anni. Nel marzo di quest’anno Frontex ha lanciato un intervento rapido alle frontiere e ha quindi aumentato le sue operazioni al confine terrestre greco. Leggeri stesso ha fatto visita a Evros a luglio.
Leggeri ha dichiarato che l’area operativa era a 32 km di distanza, il che sembra implicare che una squadra di Frontex fosse stata dispiegata in un’altra parte del confine di Evros in quel momento specifico. Poiché le posizioni specifiche di distribuzione non sono disponibili al pubblico da nessuna parte e neppure redatte nei piani operativi richiesti tramite richieste di libertà di informazione, non vi è alcuna possibilità per BVMN di sapere se questo è davvero ciò a cui Leggeri si riferiva. BVMN è tuttavia a conoscenza di diverse squadre Frontex dispiegate nella regione dotate di auto per spostarsi da un luogo all’altro. Queste squadre sono state viste anche pattugliare il confine verde lungo il fiume Evros/Meriç.

Inoltre, Frontex ha un ufficio di collegamento in Turchia che Josoor ha sottolineato nella lettera al direttore esecutivo. Dalla risposta di Leggeri non sembra che l’Agenzia abbia utilizzato questo ufficio di collegamento per avvisare le autorità turche dell’incidente avvenuto in territorio turco. Cosa più importante è che il fatto che un gruppo di persone fosse stato effettivamente avvistato nella zona quel giorno, come comunicato dalle autorità greche a Frontex, non fa che confermare la testimonianza fornita dal gruppo rimasto bloccato. L’isola è territorio turco e l’intervistato ha descritto agenti greci presenti sul lato greco molto tempo dopo il respingimento.

La lettera di Leggeri

Varsavia, 13 novembre 2020

Cara Sig.ra Gruber,
Scrivo in relazione alla sua email dell’11 novembre 2020 e alla successiva lettera del 12 novembre 2020, con attenzione all’informazione che “ci sono 70 persone bloccate su un’isola del fiume Evros che sono state respinte dalla Grecia molti giorni fa e la cui vita è a rischio”.
Frontex ha esaminato attentamente la situazione suddetta, consapevole che ci potrebbero essere persone a rischio, e per questo vorrei informarla di ciò che segue.

Attualmente, non ci sono unità Frontex nell’area a cui fa riferimento. I membri del team Frontex sono impiegati a 32 chilometri di distanza, e per questo non stanno pattugliando nelle vicinanze di questa area. Tuttavia, vista l’urgenza e l’importanza dell’informazione fornita, abbiamo immediatamente trasmesso il suo messaggio alle autorità locali greche competenti.
In questo contesto, la informo che secondo le autorità greche un gruppo di persone è stato avvistato in territorio turco il giorno 11 novembre 2020, ma queste non hanno attraversato il confine verso il territorio greco.

Inoltre, come direttore esecutivo di Frontex, vorrei assicurarle che l’Agenzia sta rispettando pienamente le disposizioni decise dal regolamento europeo sui confini e le guardie costiere, e in particolare la misura relativa alla protezione dei diritti fondamentali. Mi lasci sottolineare che diamo importanza particolare al rispetto permanente e totale dei diritti fondamentali nell’ambito delle attività operative giornaliere dell’Agenzia, e per questo monitoriamo da vicino le area operative, per evitare qualsiasi incidente.

Cordiali Saluti

Fabrice Leggeri
Direttore esecutivo
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Alla luce della ricchezza di prove pubblicate quest’anno in merito ai respingimenti da parte delle autorità greche, vi sono forti motivi per dubitare delle loro dichiarazioni su un altro caso di violazione dei diritti umani. Date le recenti rivelazioni della complicità di Frontex, e persino del suo contributo, nei respingimenti dalla Grecia, quest’ultima risposta è profondamente preoccupante. Se l’Agenzia afferma di porre i diritti fondamentali al centro del suo approccio, questa dichiarazione è significativamente svalutata dalla sua pratica quotidiana ai confini come ad Evros.

Border Violence Monitoring Network (BVMN)

Border Violence Monitoring Network (BVMN) è una rete indipendente di ONG e associazioni con sede nella regione dei Balcani e in Grecia. BVMN monitora le violazioni dei diritti umani ai confini esterni dell'UE e si impegna per mettere fine ai respingimenti e alle pratiche illegali. Il network utilizza un database condiviso per raccogliere le testimonianze delle violenze subite da chi transita sulla rotta dei Balcani.
In questa pagina trovate le traduzioni integrali dei rapporti mensili curati da BVMN.