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«La dignità umana persa alle frontiere dell’UE»

Il rapporto di PRAB denuncia 12.000 respingimenti alle frontiere interne e esterne nel 2021

La copertina del rapporto (Photo: Diaconia Valdese 2021)

Pubblichiamo «Human dignity lost at EU’s borders», terzo report sulle violazioni alle frontiere curato da Protecting Rights at Borders (Prab), un’iniziativa che riunisce 6 organizzazioni della società civile* in 6 paesi lungo la rotta balcanica e 3 diversi uffici del Danish Refugee Council 1.

Da gennaio a novembre 2021, sono stati documentati quasi 12.000 episodi di uomini, donne e bambini respinti dalla polizia di frontiera, dalle forze dell’ordine o da altre autorità degli Stati membri dell’UE. I metodi di respingimento spesso includono violenza fisica e sessuale, molestie, estorsione, distruzione di proprietà, furto, separazione forzata di famiglie e negazione del diritto di chiedere asilo.

Il rapporto pubblicato il 16 dicembre contiene l’analisi cumulativa dei dati per tutto l’anno 2021. A partire dal mese di gennaio DRC e le agenzie partner hanno sviluppato un meccanismo coordinato per:

  • documentare le violazioni di diritti ai confini interni ed esterni dell’Unione Europea;
  • offrire supporto legale;
  • portare avanti iniziative di advocacy e visibilità congiunte.

Questi alcuni punti salienti del report:

  • Da gennaio, le organizzazioni partner hanno incontrato 11.901 persone che hanno denunciato respingimenti alle frontiere interne e esterne dell’Unione Europea
  • Il 32% dei respingimenti riguarda persone provenienti dall’Afghanistan, molte delle quali hanno visto negato il diritto di chiedere asilo (60%!)
  • Le temperature invernali contribuiscono deterioramento delle condizioni umanitarie: oltre a veder negato il diritto d’asilo, le persone non hanno accesso a un riparo per la notte, vestiti caldi, cibo a sufficienza.

Ciò avviene non solo alle frontiere esterne dell’UE, ma anche alle frontiere interne.

Grazie alla collaborazione con Diversity Development Group (DDG) in Lituania, il report contiene aggiornamenti dalla frontiera con la Bielorussia, incluse le cifre sui casi documentati, modifiche nelle modalità di azione da parte dello stato e le limitazioni imposte ai media e alle ONG.

Sebbene le testimonianze e i dati raccolti non costituiscano una panoramica esaustiva di tutte le violazioni, il report dimostra ancora una volta che i diritti vengono violati in modo sistematico.

Abbiamo tradotto il sommario del report.

La dignità umana persa alle frontiere dell’UE
Migliaia di uomini, donne e bambini aspettano l’inverno alle frontiere dell’UE senza accesso a diritti, giustizia o assistenza di base per sopravvivere

Dicembre 2021

Sommario

Negli ultimi mesi, più di 6.000 uomini, donne e bambini hanno subito respingimenti illegali alle frontiere esterne ed interne dell’UE. Le testimonianze documentano respingimenti illegali, ma apparentemente tollerati e continui, che includono abusi fisici, molestie, estorsioni, distruzione di proprietà, furto e negazione dell’accesso alla richiesta di asilo. Ma non si tratta solo di furto di beni personali, è anche una perdita dei valori fondamentali europei della dignità umana e del rispetto dei diritti fondamentali delle persone.

I numeri rappresentano il numero di persone che sono state respinte

Raccolto da luglio a novembre 2021, il rapporto mostra che finora, i più alti tassi di respingimenti sono stati registrati al confine tra Croazia e Bosnia-Erzegovina. In generale, i cittadini afgani sono la popolazione che denuncia maggiormente i respingimenti. Nel 10% degli episodi di respingimento sono stati coinvolti dei bambini.

La ripartizione per età e sesso di tutte le persone intervistate tra luglio e novembre 2021 (UASC: Minori Stranieri Non Accompagnati)

Il rapporto fornisce anche una panoramica degli sviluppi ai confini orientali dell’UE con la Bielorussia. Qui, la situazione sta peggiorando giorno dopo giorno, e ha già portato tragicamente alla perdita di vite umane.

Con l’avvicinarsi dell’inverno, le temperature che scendono sotto lo zero e la neve che è comune nelle aree in cui la maggior parte delle persone interessate sono bloccate, i bisogni aumenteranno. Con i maltrattamenti e le pratiche illegali che continuano alle frontiere, migliaia di uomini, donne e bambini attendono l’inverno nell’incertezza e in un limbo giuridico, in condizioni terribili senza assistenza di base per sopravvivere e senza accesso ai diritti e alle tutele legali.

Il rapporto è il terzo nell’ambito dell’iniziativa Protecting Rights at Borders (PRAB) lanciata a gennaio di quest’anno dalla DRC e da sei organizzazioni della società civile di tutta Europa.
L’iniziativa si concentra sulle violazioni dei diritti umani alle frontiere esterne e interne dell’UE – e fornisce prove della prassi illegale dei respingimenti.

Durante il periodo di reporting durato quasi un anno, l’iniziativa PRAB ha raccolto quasi 12.000 rapporti su respingimenti da parte della polizia di frontiera, delle forze dell’ordine o di altre autorità subiti da migranti e richiedenti asilo. Il fenomeno della violenza di frontiera, che in molti casi equivale ad espulsioni collettive, è sistematico e diffuso ai confini interni ed esterni dell’UE.

Inoltre, il numero di respingimenti segnalati riflette la normalizzazione di questa prassi come strumento di gestione delle frontiere. I rischi che i rifugiati, i richiedenti asilo e i migranti affrontano lungo il loro percorso, così come le crisi umanitarie alle diverse frontiere, sono state esacerbate sia dalle politiche dell’UE volte a tenere fuori le persone sia dalle proposte volte a legalizzare le deroghe ai diritti fondamentali.

Mentre queste pratiche devono semplicemente finire, l’instaurazione di un meccanismo di monitoraggio delle frontiere efficace e indipendente può essere uno strumento per perseguire i responsabili e garantire alle vittime una via verso la giustizia.

* L’iniziativa PRAB riunisce organizzazioni che operano in Paesi diversi: Italia (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI), Diaconia Valdese (DV) e Danish Refugee Council (DRC) Italia); Ungheria (Hungarian Helsinki Committee); Bosnia-Herzegovina (DRC BiH); Serbia (Humanitarian Center for Integration and Tolerance (HCIT)); Macedonia del Nord (Macedonian Young Lawyers Association (MYLA)); Grecia (Greek Council for Refugees (GCR) e DRC Greece); e Bruxelles (DRC Brussels).  Anche il Diversity Development Group (DDG) in Lituania ha contribuito a questo report con una panoramica della situazione al confine tra Lituania e Bielorussia.

  1. Leggi anche l’articolo di Mara De Giorgi sul primo rapporto «Prassi europee illegali: espulsioni informali e molteplici pratiche violente lungo i confini»