In Tunisia circa 270 richiedenti asilo e rifugiati stanno protestando da quattro mesi di fronte alla sede dell’UNHCR. La protesta pacifica per ottenere il trasferimento per vie legali in un Paese sicuro è iniziata a Zarzis e ora si è trasferita a Tunisi in Rue du Lac 1.
Mercoledì 25 maggio un manifestante, Mohammed Faraj Momin, ha perso la vita dopo essere rimasto in coma a seguito di un incidente di cui era stato vittima proprio sul luogo del sit-in.
Mercoledì 8 giugno alle ore 11 (ora italiana) saremo in collegamento con i rappresentanti della mobilitazione: una conferenza stampa indetta per far conoscere ai media italiani e alla società civile le esperienze, le visioni e le rivendicazioni che animano la protesta per il reinsediamento in un Paese sicuro e come queste richieste in questi mesi siano rimaste inascoltate. Le violazioni sistematiche che i richiedenti asilo e rifugiati hanno subito nel Paese nordafricano sono descritte quasi come un’apartheid, tra discriminazioni salariali, morti sul lavoro, aggressioni razziste e violenze sessuali. «Non vogliamo morire qui, vogliamo solo sicurezza e protezione. Vogliamo essere evacuati in Paesi che preservano il nostro diritto alla vita e alla dignità», hanno più volte ribadito.
Ascoltiamo le loro voci per far uscire dal cono d’ombra mediatico questa emergenza umanitaria e le rivendicazioni che porta con sé.
La conferenza stampa sarà trasmessa su Meltingpot.org e sui nostri canali social.
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