A cura di Gustavo Alfredo Garcia Figueroa ed Eva Bearzatti.
La strage di Melilla come conseguenza di una tendenza nella politica migratoria dell’Unione Europea.
Iridia è un centro per la difesa dei diritti umani che nasce a Barcellona 6 anni fa. Il suo scopo principale è quello di monitorare e denunciare le violazioni dei diritti che hanno a che fare con la violenza istituzionale.
In questa intervista a Maite Daniela Lo Coco, responsabile dell’area migrazioni dell’associazione, abbiamo parlato della “frontera sur” su cui si concentra il lavoro di Iridia.
«Stiamo assistendo», ci spiega l’attivista, «al consolidamento di una politica con un quadro di esternalizzazione delle frontiere dove la dinamica del controllo migratorio e la criminalizzazione della migrazione che si genera nell’Unione Europea viene poi trasmessa ai paesi vicini in diverse modalità».
«Quest’ultima pressione sulle politiche migratorie data dall’accordo dello scorso anno tra Spagna e Marocco, ha avuto delle conseguenze: il numero di morti più alto mai registrato nella storia di questi confini. E’ stato il risultato di una dinamica che va avanti da molti anni, che è storica, una logica di repressione, soprattutto contro i neri, e che risponde a una logica di collaborazione e cooperazione tra Spagna e Marocco su altre questioni che si concretizzano infine nelle questioni migratorie».
Nei giorni scorsi è stata diffusa la notizia che il Marocco riceverà 500 milioni dall’UE per controllare le frontiere. Il pacchetto finanziario preparato da Bruxelles aumenta di quasi il 50% gli aiuti a Rabat contro la cosiddetta “immigrazione irregolare“.

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Qui l’ultimo rapporto pubblicato da Iridia nel maggio 2022: