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Tunisia: la denuncia contro la violenta repressione del corteo degli abitanti di Zarzis

Da settimane la mobilitazione 18/18 contro le autorità tunisine per le vittime del naufragio del 21 settembre

Erano partiti verso l’Italia su un’imbarcazione il 21 settembre scorso da Zarzis. 18 persone, tra cui 2 donne e 1 bambino di 8 mesi, che non sono mai arrivate a destinazione e di cui non si sapeva più nulla. Soltanto grazie alle ricerche della comunità locale sulla spinta dei familiari delle e dei scomparsi si è poi scoperto che alcuni dei corpi delle vittime erano stati seppelliti senza identificarli e altri erano stati abbandonati in mare dalle autorità tunisine che non aveva fatto nessuna ricerca per ritrovarli.

Da settimane 18/18 è la richiesta non trattabile delle famiglie e della comunità di Zarzis che pretendono verità e giustizia, ritrovamento e sepoltura di tutte le 18 persone che hanno perso la vita.
Per dare visibilità alla loro protesta hanno organizzato un corteo che voleva arrivare a Djerba dove si svolgono in questi giorni i lavori del Summit della Francofonia, promosso dall’OIF (Organizzazione internazionale della Francofonia) alla quale aderiscono 88 stati e governi.
Il corteo però è stato violentemente attaccato dalla polizia tunisina che ha utilizzato i gas lacrimogeni per sciogliere la manifestazione. Diverse manifestanti hanno dovuto ricorrere alle cure mediche.

Sul sito del Forum tunisino per i diritti economici e sociali è stato pubblicato un comunicato firmato da decine di associazioni che denuncia i gravissimi fatti avvenuti nella mattina del 18 novembre.

Una delle manifestazioni a Zarzis. Ph: Felice Rosa

In solidarietà con gli abitanti di Zarzis

All’alba di venerdì 18 novembre 2022, un consistente numero di forze di sicurezza, appostato agli incroci che collegano Zarzis a Djerba, ha represso la manifestazione pacifica organizzata dagli abitanti di Zarzis che chiedevano verità sulla tragedia degli scomparsi avvenuta il 21 settembre 2022.

Adulti e bambini non sono stati risparmiati dai manganelli della polizia e dai gas lacrimogeni che hanno colpito donne, minori e una scuola elementare. Anche decine di giovani e leader del movimento di protesta sono stati arrestati ed è stato intimato loro di tornare a Zarzis se volevano essere rilasciati. L’inseguimento dei manifestanti è proseguito fino alla città di Zarzis, che attualmente sta vivendo forti tensioni.
Queste pratiche repressive arrivano a pochi giorni dall’impegno assunto dal governo tunisino, in occasione dell’ “Examen Périodique Universel des Droits de l’Homme“, di rispettare la libertà di espressione e di manifestazione pacifica.

Queste pratiche precedono il lancio ufficiale del “Summit della Francofonia“, dove le autorità intoneranno slogan sul rispetto dei diritti e delle libertà.

Le organizzazioni e associazioni firmatarie:

  • Ribadiscono la loro solidarietà e adesione alle rivendicazioni delle famiglie degli scomparsi e degli abitanti di Zarzis di sapere tutta la verità su quanto accaduto alle vittime della tragedia del 21 settembre scorso;
  • Condannano con la massima fermezza la “politica dello struzzo” praticata dallo Stato tunisino da quando è scoppiata la crisi di Zarzis che ha spinto la popolazione a un crescendo di rivendicazioni;
  • Esprimono la loro indignazione per la repressione da parte delle forze armate contro i manifestanti della marcia di protesta pacifica che non aveva altro scopo se non quello di far sentire la voce delle famiglie in lutto;
  • Ritengono il Presidente della Repubblica politicamente responsabile dell’inefficacia delle azioni delle istituzioni statali e dell’assenza di soluzioni o alternative ai problemi economici, sociali e ambientali

Firmatarie:
Forum Tunisien des Droits Economiques et Sociaux, Ligue Tunisienne des Droits de l’Homme, Syndicat National des Journalistes Tunisiens, Association tunisienne des femmes démocrates, Comité pour le Respect des Libertés et des Droits de l’Homme en Tunisie, Fédération des Tunisiens pour une Citoyenneté des Deux Rives, Avocats Sans Frontières, Al Bawsala, Article 19, Association Bina, Kashf Media, Montada Ettajdid, Intersection pour les Droits et Libertés, Danseurs Citoyens Sud, Euromed Droits, Groupe Tawhida Ben Cheikh, Association Haqqi (mon droit) pour la Protection de l’Enfant et de la Famille, Comité de Vigilance pour la Démocratie en Tunisie – Belgique, Association Beity, Observatoire Nissa, Association Tunisienne pour les Droits et Libertés, International Alert, Association Nachaaz, Association Karama pour les Droits et Libertés, Association Calam, Association Tunisienne de Défense des Droits de l’Enfant, Réseau Tunisien de la Justice Transitionnelle, Dignity and Rehabilitation Coalition, Fondation Hassen Saadaoui pour la Démocratie et l’Egalité, Initiative Mawjoudine, Intersection Association for Rights and Freedoms, OMCT, Damj, ADLI, L’Association Tunisienne de Soutien des Minorités, Organisation contre la torture en Tunisie