Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

#FreeThemAll: il 10 gennaio proteste davanti alle sedi dell’UNHCR

«Liberate i manifestanti ancora rinchiusi nelle carceri libiche»

Continuano le azioni di protesta promosse dall’alleanza Refugees in Libya e Solidarity with Refugees in Libya.

Era il 10 gennaio del 2022 quando il presidio di Refugees in Libya che da 100 giorni si era accampato nei pressi dell’UHNCR a Tripoli, è stato attaccato dalle milizie libiche che, su preciso ordine delle autorità, hanno aggredito con violenza centinaia di persone inermi, bruciato le loro tende, picchiato donne e bambini, usato le armi contro alcuni leader della comunità sudanese. Più di 600 manifestanti sono stati detenuti nel campo di detenzione di Ain Zara, 250 di loro sono ancora detenuti.

A distanza di un anno da quello sgombero violento, il 10 gennaio 2023, si scende in piazza per chiedere la liberazione di tutti i migranti, rifugiati e richiedenti asilo da tutte le carceri libiche. Iniziative simultanee si svolgeranno a Tripoli e in diverse città europee (Roma, Amburgo, Berlino, Bruxelles, Londra).

«Con il titolo #FreeThemAll – spiegano le attiviste e gli attivisti – verranno ricordati i 250 attivisti tuttora detenuti in condizioni disumane. In Italia si manifesta anche contro i decreti ONG che violano tutte le leggi del mare e la Convenzione dei diritti dell’uomo».

Refugees in Libya è un collettivo pacifico e autonomo, organizzato e guidato dai rifugiati che sostiene i diritti delle persone in movimento 1. In collaborazione con l’alleanza transnazionale Solidarity with Refugees in Libya, continua a chiedere all’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) di adempiere al proprio mandato di proteggere e difendere i diritti dei rifugiati e adoperarsi per il loro rilascio e per l’evacuazione dal paese.

Sui canali social di Refugees in Libya si condividerà un video delle precedenti azioni di protesta e i resoconti delle iniziative di solidarietà, mentre contemporaneamente gli attivisti protestano nelle singole città. 

«In Italia, le associazioni e i singoli attivisti aderenti alla rete transnazionale Solidarity with Refugees in Libya, che lottano per abbattere i confini e per la libertà di movimento di tutte le persone, sono impegnate nel contrastare con forme non violente l’assurdo Decreto Legge che intende limitare fortemente non le partenze, ma i soccorsi delle persone in pericolo nel mare. Non sono bastate al Governo italiano le 1.400 vittime accertate nel 2022, che cinicamente e barbaramente, invece di affiancare e sostenere il lavoro umanitario delle ONG, le sottomette alla discrezionalità dei prefetti e ritarda il loro ritorno nelle zone di salvataggio di molti giorni assegnando sbarchi in porti lontanissimi.

L’azione di protesta annunciata segue altre manifestazioni a livello europeo dall’ottobre 2022 e l’azione collettiva davanti alla sede dell’UNHCR nel dicembre 2022», concludono le organizzazioni.

  1. David Yambio: «Il memorandum di intesa con la Libia è un atto di terrorismo», Melting Pot (1 dicembre 2022)