La Caravana Abriendo Fronteras sabato 24 giugno è arrivata a Melilla, enclave spagnola in territorio marocchino, per ricordare il massacro del 24 giugno 2022 che un anno fa costava la vita a 37 persone, mentre risultano ancora 77 quelle scomparse.
Oltre 160 attiviste hanno raccolto l’appello e raggiunto la Frontera Sur della città autonoma per discutere, marciare, indignarsi, chiedere verità e giustizia. Al mattino si è svolta una tavola rotonda «Massacro di Melilla: un anno senza giustizia, un anno di impunità» (guarda la registrazione), mentre nel tardo pomeriggio la 1° marcia per la giustizia.
La spietata violenza dello scorso 24 giugno 2022 è iniziata a Nador in Marocco, dall’altro lato della frontiera, per impedire che le persone attraversassero la ‘valla‘ che separa il Marocco dalla Spagna. Le persone furono brutalmente aggredite con gas lacrimogeni, proiettili di gomma, manganelli: a qualunque costo dovevano essere fermate, anche al costo della morte di decine di persone.
“Melilla ma non solo. Italia, Grecia, Turchia, Tunisia, Messico e da tutti i confini del mondo, siamo riunite per gridare indignazione e rabbia contro ogni forma di abuso e violenza alla libera circolazione e l’impunità che getta nell’oblio tutte queste morti“, ripetono le attiviste durante la marcia che ha raggiunto il valico di frontiera del Barrio Chino, dove è avvenuto il massacro.
In prima fila a sorreggere lo striscione e a portare le loro testimonianze, Zahra, sorella afgana di Sajad morto nella strage di Cutro il 26 febbraio 2023, e María, madre messicana di Raúl, Jesús Salvador, Gustavo e Luis, scomparsi in Messico tra il 2008 e il 2010.
La frontiera uccide e ha dei nomi e dei volti, quelli di Qusai, Marwan, Muhammad, Mustafa, Abdullah, Ibrahim… vittime due volte di un crimine impunito!
Dalla Frontera Sur al Centro America, dal Messico al Mediterraneo: libertà di movimento, libertà IN movimento!
