Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

tratto da Associazione Città meticcia

Alcuni suggerimenti per i venditori ambulanti

di Luca Donelli e Paolo Fasano

Sono un cittadino senegalese che vuole avviare l’attività di commerciante ambulante. Molti miei connazionali pur essendo in regola con gli altri adempimenti amministrativi (licenza commerciale, partita Iva, iscrizione Cciaa) omettono di iscriversi alla gestione commercianti dell’INPS in quanto non sono in grado di sostenere l’elevato costo annuale. L’iscrizione all’Inps è obbligatoria?

Si, è obbligatoria. Tuttavia a decorrere dal 1° gennaio 2004 i commercianti sono esonerati dall’obbligo di fare apposita richiesta di iscrizione agli enti previdenziali. L’iscrizione alla Cciaa acquista infatti efficacia anche ai fini previdenziali, nel senso che chi si iscrive nel registro imprese, d’ufficio verrà iscritto anche alla gestione commercianti presso l’Inps. Pertanto, non sarà più possibile in futuro la situazione che ci ha descritto. Senza dubbio, il minimo contributivo annuo di euro 2.240,00, da corrispondere anche in assenza di ricavi, risulta molto oneroso per i commercianti ambulanti senza posteggio nei mercati, che svolgono l’attività commerciale in forma itinerante nelle aree pubbliche consentite delle città italiane.

Un numero consistente di persone di nazionalità estera, provenienti da Senegal, Pakistan, Marocco, vive del commercio di prodotti di bassa qualità e valore, con volumi di affari che raramente raggiungono i 10mila euro lordi annui. Eppure i commercianti itineranti, grazie anche alla coabitazione e alla divisione dei costi all’interno delle loro comunità, mantengono una prospettiva di vita dignitosa per sé e per i propri familiari che spesso sono nel paese di origine. Gli occidentali faticano a comprendere che queste attività rappresentano una forma di sostegno economico per intere comunità attraverso il meccanismo delle rimesse da parte dei familiari emigrati. Ci chiediamo, allora, se per questa categoria residuale di commercianti non sarebbe più utile applicare il sistema contributivo esistente per i lavoratori parasubordinati, i cosiddetti atipici, per i quali i contributi da versare sono definiti in proporzione al reddito prodotto. In questo modo si potrebbe limitare l’evasione contributiva, mantenendo fermo il principio dell’obbligo previdenziale.