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da La Repubblica del 22 ottobre 2006

“Ispettori nel Cpt della vergogna”

Inchieste di Amato e pm dopo le denunce degli immigrati sulle fughe a pagamento

Francesco Viviano

CALTANISSETTA – Due inchieste, una della Procura della Repubblica di Caltanissetta e l’altra del Viminale sono state aperte dopo le denunce di alcuni extracomunitari del centro di accoglienza temporanea del capoluogo nisseno che a Repubblica hanno raccontato storie di razzismo, maltrattamenti e persino di pagamenti per fuggire. Dopo la pubblicazione delle denunce alcuni extracomunitari ospiti della struttura d’accoglienza di Caltanissetta e Agrigento sono stati interrogati da agenti di polizia. «Si tratta di ritorsioni», dice un operatore di un’organizzazione internazionale di assistenza agli extracomunitari mentre dal centro di accoglienza di Caltanissetta, gestito da Linfranco La Paglia, direttore della “Cooperativa Albatros 1973” vengono respinte con fermezza le accuse degli extracomunitari che hanno denunciato soprusi e maltrattamenti. Non solo, La Paglia ha già dato mandato ai suoi legali di denunciare gli extracomunitari che con dovizia di particolari hanno raccontato quello che avverrebbe dentro il centro. Comunque tutti i protagonisti della vicenda, responsabili e operatori della Cooperativa Albatros 1973 ed extracomunitari saranno ascoltati nei prossimi giorni dagli inquirenti dopo che il procuratore aggiunto di Caltanissetta, Renato Di Natale, ha formalmente aperto un’inchiesta. E l’eurodeputato di Prc, Giusto Catania, ha chiesto al governo di disporre «un’immediata e seria ispezione nel Cpt di Caltanissetta per scoprire le anomalie della gestione».E anche Tana de Zulueta, deputata verde, chiede al governo che venga fatta chiarezza.
Nella denuncia gli extracomunitari hanno raccontato che all’interno si sono verificati episodi di razzismo da parte di arabi di pelle bianca contro “i neri”. Non solo, ma anche tra gli stessi africani si sarebbero verificati episodi di violenza e di minacce. Alcuni di loro hanno anche sostenuto di avere pagato per ottenere delle sigarette o, addirittura, per fuggire dai centri di accoglienza senza che i poliziotti in servizio di vigilanza intervenissero. «Per quanto ci riguarda – afferma il direttore della cooperativa Albatros – i nostri operatori fanno di tutto per assistere queste persone che a migliaia, ogni anno, transitano dai nostri centri di accoglienza. E questo centro è uno dei pochi che ha anche medici e operatori presenti 24 ore su 24».

La Paglia non esclude che all’interno del centro ci siano dei contasti tra gli stessi extracomunitari. «Spesso accade che extracomunitari della stessa etnia ma di regioni diverse hanno dei contrasti che si trascinano dai loro paesi d’origine». Il direttore della Cooperativa che gestisce sia il centro di prima accoglienza che quello di permanenza temporanea (due sigle che comportano modi diversi di intervenire e di operare) spiega che le “fughe” avvengono spesso dal centro di prima accoglienza.
«Contrariamente al centro di permanenza temporanea, nel centro di prima accoglienza, per legge, non è prevista una vigilanza assidua. Gli extracomunitari che sono ospitati li non hanno nessun interesse a fuggire perché la maggioranza ottiene lo status di rifugiato politico. Ma alcuni, soprattutto di notte, vanno via, scavalcando la piccola rete di recinzione che delimita il centro». Gli extracomunitari che si trovano nel Cda (centro di prima accoglienza), hanno precisato fonti della questura di Caltanissetta, non sono sottoposti a misure restrittive. «Le loro non sono fughe ma allontanamenti arbitrari a cui nessun agente assisterebbe inerte».