Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Decreto Bersani e tutela dei diritti dei cittadini italiani e migranti

Comunicato stampa Asgi

L’ASGI esprime la sua preoccupazione rispetto ad alcune modifiche
introdotte dal D.L.223/06 che paiono incidere in maniera significativa e
grave
sulla effettività dell’accesso alla giurisdizione amministrativa per
i ricorsi aventi ad oggetto i diritti fondamentali della persona da parte
dei cittadini appartenenti a fasce economicamente deboli, con particolare
rilevanza per lavoratori precari, italiani e stranieri.

Con l’art 21 , comma 4 del Decreto c.d. “Bersani” , il costo per un
ricorso e’ stato innalzato da 340 euro a 750 euro ( 500 più 250 per il
caso di richiesta di sospensiva), raddoppiando l ’importo del contributo
unificato (cioè delle tasse) da corrispondere allo Stato.

Se si considera che i ricorsi al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR)
non riguardano in generale la difesa di grandi interessi economici, ma
vengono presentati soprattutto dai singoli cittadini in difesa dei loro
diritti nei confronti degli atti della Pubblica Amministrazione, appare
chiaro come questo aumento ridurrà sicuramente la possibilità di poter
accedere alla Giustizia da parte di persone – la maggioranza –
appartenenti a categorie con redditi medi o bassi.

L’innovazione è particolarmente grave se si considera che rientrano nella
giurisdizione dei TAR i ricorsi relativi ai permessi di soggiorno, alle
carte di soggiorno e all’acquisto della cittadinanza, e che più del 50%
del contenzioso davanti ai Tar riguarda proprio queste materie.

Con le misure del cd. decreto Bersani il cittadino immigrato che si vede
rifiutato un documento essenziale come il permesso o la carta di soggiorno –
e quindi il diritto a rimanere in Italia – rischia di non poter accedere
alla giustizia, dovendo sborsare somme eccessive.

Inoltre, destano preoccupazione anche le modifiche apportate alle modalità
di pagamento delle spese di giustizia, relative al patrocinio a spese dello
Stato, che con il decreto Bersani avranno tempi lunghissimi e con criteri di
liquidazione assolutamente incerti, non essendo più obbligatori i minimi
tariffari e dunque non avendo il magistrato parametri economici a cui fare
riferimento. Ciò che, evidentemente, disincentiverà l’utilizzo dell’
istituto stesso con conseguente ulteriore lesione del diritti di difesa dei
soggetti deboli.

Infine, appare assai problematica anche l’innovazione dell’obbligo di
pagamento delle parcelle con assegni (per somme superiori a € 100),
considerato che molti immigrati non hanno conti correnti bancari o postali e
pertanto potranno trovarsi in grande difficoltà a far fronte al pagamento
dell’avvocato che difende i loro interessi.

In quest’ottica, l’abolizione dei minimi tariffari per gli avvocati appare
dunque paradossalmente compensata, per il lavoratore, immigrato o italiano,
dal raddoppio degli oneri fiscali.

L’ASGI denuncia queste irragionevoli e discriminatorie innovazioni che
provocano un grave danno alle possibilità di difesa dei cittadini italiani
e migranti di fronte alla giurisdizione amministrativa e chiede che,
mutando completamente la rotta oggi intrapresa, il Governo introduca l’
esenzione dal pagamento di imposte e tasse relativamente alle controversie
relative ai diritti fondamentali della persona e alla condizione giuridica
del cittadino migrante, così come già previsto per i procedimenti in
materia di diritto all’unità familiare ed in materia di espulsione.