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da Il Corriere Romagna del 25 luglio 2004

Fare sistema contro l’abusivismo di Francesco Pagnini

“Basta parlare per slogan. Tutti dicono che per contrastare l’abusivismo commerciale servono leggi più incisive. Ma poi in Parlamento nessuno si prende la briga di votarle. Il fatto è che queste leggi metterebbero sul lastrico intere zone del paese, soprattutto del sud, e migliaia di persone che sopravvivono producendo merce per il mercato abusivo”. Lo sfogo è dell’assessore alla Polizia Municipale di Rimini Stefano Vitali. Che partendo da quanto emerso venerdì sera al convegno sull’abusivismo commerciale realizzato da Confcommercio a Montefiore, dice parole di fuoco e, per primo, fa un balzo in avanti nel dibattito ormai assai ripetitivo, sullo spinoso argomento.Al convegno di Montefiore in molti, compreso l’onorevole Sergio Gambini (Ds) hanno rinnovato l’auspicio di multare o denunciare i clienti dei vù cumprà, magari attraverso una revisione della normativa sui marchi contraffatti.

“Giusto, ma parlare è semplice, fare no – aggiunge Vitali -: è da tanto che si parla di una legge davvero dura e disincentivante nei confronti di chi produce marchi falsi, ma poi non la si fa. Perchè? Perchè nessuno si prende la responsabilità di bloccare un sistema, illegale, ma che dà da mangiare a migliaia di persone, soprattutto al sud. E’ da qui che si deve partire”. Tradotto, o si fa questa scelta difficile, o il fenomeno sulla spiaggia non si debellerà mai. Lo si potrà al massimo controllare.Il tema resta incandescente dunque, come hanno contribuito a renderlo anche le dichiarazioni (sul Corriere) di don Renzo Gradara (direttore della Caritas).Rispetto alle quali le categorie commerciali controbattono soprattutto laddove il sacerdote le aveva invitate ad isolare i loro associati che vendono merce, magari in nero, agli abusivi.

“Lo facciamo già – sbotta Mirco Pari, segretario di Confesercenti – i casi che conosciamo provvediamo a denunciarli. Ma si tratta di una goccia nel mare. Certo ci sono delle mele marce, come ci sono in ogni settore, ma non è giusto utilizzare queste per criminalizzare tutta la categoria, e soprattutto come scusa per abbassare la guardia rispetto al contrasto del fenomeno, che dev’essere fatto su tutti i fronti: contro i fornitori certo ma anche in spiaggia”. Fa eco Bruno Tosi, presidente comunale di Confcommercio: “E’ ovvio che non difendiamo chi non sta nelle regole, ma la merce per la spiaggia viene acquistata anche regolarmente, con tanto di scontrino. E comunque si tratta di una piccola parte del problema”.

Non ne è però convinto Vitali: “Se il fenomeno in spiaggia è così massiccio, credo che difficilmente anche quello dei fornitori di merce possa essere stimato come residuale. Sappiamo anzi che c’è tutto un ‘intorno’ che consente di fare queste cose: dai magazzini, agli alloggi affittati in nero agli abusivi… O si fa tutti sistema, o debellare il fenomeno è impossibile”.Infine il discorso di don Gradara sui cinesi e i loro laboratori: le categorie convengono che sarebbero auspicabili più controlli, Vitali frena: “A inizio estate ne abbiamo fatti, eccome”.