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Legge sulla cittadinanza – Un immotivato stop dovuto all’approvazione della finanziaria

a cura dell' Avv. Marco Paggi

Dal punto di vista legislativo non ci sono particolari novità, poiché, come noto, la discussione di questi giorni è tutta incentrata sull’approvazione della legge finanziaria e quindi le politiche sull’immigrazione passano in secondo piano.

È già stato comunque annunciato che una volta approvata la legge finanziaria riprenderanno i lavori parlamentari per l’iter legislativo relativo alla modifica della legge sulla cittadinanza, che dovrebbe ampliare leggermente le speranze di ottenere la cittadinanza per naturalizzazione, soprattutto da parte dei giovani immigrati nati in Italia o arrivati in tenera età.
Ciò che fa sorridere è invece la giustificazione data per questa temporanea sospensione delle modifiche sulla legge per la cittadinanza: si dice che è stato necessario studiare l’impatto che la stessa dovrebbe avere sulla spesa dello stato.
Un aumento infatti dei cittadini italiani significa un corrispondente aumento della spesa pubblica e di conseguenza è necessario valutarne l’impatto, affinché la spesa pubblica sia interamente e correttamente coperta secondo le regole di contabilità dell’amministrazione, evitando quindi che una nuova legge possa sbilanciare i conti dello stato.

Se pensiamo ai tempi notoriamente lunghi dell’iter parlamentare di approvazione di qualsiasi legge, e di queste in particolare, questa preoccupazione appare piuttosto ridicola.
Infatti, stabilire già da adesso quale spesa comporterà la nuova legge, non sapendo nemmeno quando e se questa verrà approvata sembra davvero una preoccupazione inutile.
Anche supponendo che la legge venga approvata entro il 2008, sappiamo che il tempo di attuazione della stessa richiederebbe tempi burocratici lunghissimi (attualmente i tempi statistici di attesa per la naturalizzazione di chi chiede la cittadinanza sono di circa tre anni, così come per chi ha il diritto di ottenerla a seguito del matrimonio con cittadino/a italiano), e quindi, i costi dell’approvazione di questa nuova legge non graverebbero assolutamente sull’esercizio finanziario in discussione.

Quanto detto finora non è quindi di interesse pratico per gli immigrati, anzi, genera solamente confusione sul fatto che si possano far valere certi diritti che sono invece solamente in discussione (poiché la stampa spesso parla impropriamente di una “nuova legge” anche quando questa – come in questo caso – è ben al di là dal venire, alimentando illusioni). Serve invece per sottolineare come l’immigrazione sia sempre vista e proposta come un problema: “ecco che ora gli immigrati ci faranno spendere più soldi anche a causa della nuova legge sulla cittadinanza”.
Perfino nel momento in cui diventano cittadini, quando non vi dovrebbe essere più ragione per distinguerli o discriminarli, ai cittadini migranti devono essere imputate delle colpe, si deve dare la sensazione che “ci stiano portando via qualcosa”.

Dal punto di vista strettamente giuridico l’informazione diffusa non ha un particolare valore, dal punto di vista pratico degli interessi immediati degli immigrati nemmeno, questa notizia ha invece rilievo purtroppo per sottolineare ancora una volta l’atteggiamento culturale: persino in chi dichiara di voler proporre delle norme progressiste, a favore degli immigrati, continua ad aleggiare, una sorta di pregiudizio, quasi ci si dovesse scusare per il fatto che ci si occupa di queste cose.