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Reggio Emilia – “Quando hai una famiglia, devi lavorare anche se sei morto”

Intervista a Yasser, migrante di origine egiziana, su lavoro nero e infortuni sul lavoro

Quando sei arrivato in Italia?

Sono arrivato come clandestino e poi è uscita una legge nel 98 poi abbiamo fatto tutti i documenti e trovato lavoro con un italiano, prima ho lavorato con lui in nero e poi ho fatto permesso di soggiorno. Ho preso il primo permesso di soggiorno.
Quindi hai fatto un anno da clandestino…
Quasi un anno, dopo quando ho preso il permesso sono andato nel mio paese, ho fatto delle ferie e poi sono tornato, sono tornato del 21 di Agosto del 99.
Il primo lavoro che hai trovato, quale era?
Come muratore… poi quando sono tornato, preso il permesso di soggiorno, sono andato a cercare lavoro, noi muratori vediamo se qualcuno ha bisogno o non ha bisogno. Dopo uno mi ha detto vieni che facciamo questo lavoro. Mi sono messo d’accordo con lui e ho cominciato a lavorare il lunedì.
Questo lavoro era in regola o era in nero?
Il primo giorno non ero in regola, lui mi ha detto che dovevamo vedere come era il lavoro. Dopo quel giorno però non mi hanno chiamato perché forse non c’era lavoro e così sono andato dal suo amico. Con questo amico tutto doveva essere in regola, lui mi ha messo in regola con i documenti come lavoratore dipendente. Lo stesso giorno ho iniziato, sono andato a lavorare con questa persona di Mantova [dice il nome del proprietario dell’azienda]. Ma noi lavoravamo qua vicino in un cantiere. Quel giorno lì lui è andato a mangiare e io sono stato con un altro ragazzo, stavamo lavorando all’altezza di otto metri e facciamo i parapetti per un muro di 80cm-1m, l’altro ragazzo però mi ha spinto e mi ha fatto cadere nel buco, nella pozzetta, da un altezza di 8 metri…
Tu sei caduto?
Si sono caduto però, io non sapevo parlare bene italiano, era solo un anno che lavoravo, lui mi ha detto che avrebbe spinto, io non capivo bene e la spinta è stata bella forte… lui è scappato perché ha avuto paura…
Ma da quanti metri sei caduto?
Sono caduto da otto metri… praticamente sul cemento. Mi sono fatto male alla clavicola, alla spalla, alla schiena e poi tutta la faccia era rossa e sono stato quasi un anno e mezzo in infortunio sul lavoro…
Ma te lo hanno riconosciuto questo infortunio?
non riconosciuto, il padrone del lavoro non me lo ha riconosciuto, perché qua, non so ma è un disastro.
Ma il datore di lavoro ha denunciato l’infortunio all’INAIL?
No, lui ha fatto tutto un giro per evitare di pagare i soldi, lui mi ha fatto un contratto di lavoro per quel giorno lì…
però quando sono andato all’ospedale qualcuno mi ha detto di non dire che ho lavorato con quel datore di lavoro e dire che mi sono fatto male da qualche altra parte. Ma quel momento lì non riuscivo a capire cosa volevano, non sapevo come andava avanti questa storia. Dopo quando mi sono svegliato dopo 9 giorni, sono uscito dall’ospedale…
Ma in ospedale, quando i medici ti hanno chiesto come ti eri fatto male, cosa hai detto?
Ma io non sono riuscito a dire niente, è venuta l’ambulanza a prendermi sul posto di lavoro, nessuno poteva aiutarmi, perché vicino al buco eravamo solo io e quel ragazzo lì, ma quel ragazzo lì è scappato perché aveva paura, ha visto il sangue e se preso paura, ha pensato che ero morto, sono svenuto. Dopo 5 o 10 minuti mi sono svegliato di nuovo e sono salito con una scala di ferro, sono uscito dal buco, ma fuori mi è cominciata a girare la testa. Ho chiamato aiuto e lì ho trovato un altro operaio della stessa ditta ma non del nostro padrone, che mi ha aiutato e ha chiamato l’ambulanza. Una volta uscito dal buco la testa ha cominciato a girarmi e sono svenuto ancora. Mi sono svegliato all’ospedale. All’ospedale dopo un giorno o due è venuta la polizia per chiedermi come mi sono fatto male.
E tu cosa hai detto?
Ho detto la stessa cosa, che stavamo costruendo un parapetto e lui mi ha dato una spinta e io sono caduto.
Tu hai detto alla polizia che ti sei fatto male sul lavoro?
Si, l’ho detto, ma in quel momento lì il padrone ha sistemato tutto. Io ho raccontato tutto, perché sono caduto sul lavoro quindi non c’era altro motivo. Dopo mi hanno chiamato a fare il certificato. Mi hanno chiamato all’ INCA, alla camera del lavoro di Reggio Emilia, il mio padrone mi ha detto facciamo un contratto così noi non prendiamo multa e tu sei in regola con lavoro, così viene un infortunio sul lavoro regolare. Ho detto va bene: se vuoi fare il tuo dovere così mi aiuti come operaio. Poi mi hanno dato il numero di un avvocato che mi aiuti a tirar a casa un po’ di soldi…
Quindi il tuo datore di lavoro ti ha fatto un contratto dopo l’infortunio?
Dopo, perché è successo lo stesso giorno in cui ho iniziato.
Quindi ha fatto vedere che quando è successo eri in regola?
Si lui me lo ha detto, se tu lavori sempre con me facciamo contratto, tutto in regola. Poi sono venute tre persone a casa mia e mi hanno detto che non dovevo dire niente, così non mi avrebbero tagliato la testa, non mi avrebbe ammazzato. Io ho chiamato un ragazzo egiziano che sono tanti anni che vive in Italia e parla bene italiano mi ha detto di lasciare stare questa storia. Siamo andati in questura direttamente con lui, e lui mi ha detto di dire tutta la storia come è andata, loro mi hanno detto che era infortunio sul lavoro ed ero a posto. Dopo è passato il tempo e io ho fatto tutti certificati e tutti i fogli. Sono stato quasi un anno e mezzo in infortunio sul lavoro. Alla fine non mi hanno dato niente per l’infortunio sul lavoro perché non me lo hanno riconosciuto come infortunio perché loro si sono messi d’accordo, non so come è, con il mio avvocato. C’è anche un 15% come danno biologico però alla fine non è stato riconosciuto.
Ma in quell’anno e mezzo come hai fatto a vivere? Non hai potuto lavorare?
C’è qualche amico che mi ha aiutato poi sono andato da mio fratello di giù. Mi hanno aiutato per mangiare e per vivere.
Non hai ricevuto soldi in quel periodo?
Non mi ha dato niente, dopo 4 mesi mi ha chiamato il mio avvocato e mi ha detto che avremmo dovuto portare a casa qualche soldo, perché era tutto in regola quindi si poteva avere dei soldi come malattia, come malattia e non come infortunio sul lavoro, io sapevo niente, ma il mio avvocato mi ha detto che dovevamo tirare i soldi dal padrone. Il padrone del lavoro è venuto nell’ufficio del mio avvocato e il mio avvocato ha preso metà soldi e io l’altra metà…
Tu hai accettato la malattia?
No, io non capivo niente quel momento lì, il mio avvocato mi ha detto che dovevamo portare a casa qualche soldo. Io quando sono andato là ho trovato il mio padrone che stava ridendo con l’avvocato e lui mi ha detto, io prendo la metà e tu prendi l’altra metà. Ho preso metà soldi.
E dopo un anno e mezzo hai ricominciato a lavorare?
Dopo un anno non riuscivo a lavorare perché avevo male qua alla clavicola e ho fatto un intervento, hanno messo un ferro nella clavicola e poi sono andato nel mio paese per 3-4 mesi perché non riesco a stare qua, senza lavoro, senza niente non posso stare qua.
Hai ancora dei parenti e degli amici là in Egitto?
Si c’è mio papà che mi dà una mano, perché qua bisogna pagare affitto e mangiare. Se non riesco a fare niente qua vado in Egitto.
E questo è il tuo primo infortunio?
E’ il primo infortunio, e l’altro è nel 2001, stavamo lavorando con un italiano, lavoravamo con un autobloccante, lavoravamo con questa macchina, un giorno stavamo facendo il cemento con la betoniera per far lavorare 4-5 operai, si è bloccata la betoniera e lì ho preso uno strappo alla schiena. In quel caso lì hanno detto che il mio mal di schiena era causato dall’infortunio vecchio.
E questo lavoro era in regola? Avevi un contratto?
Era in regola, avevo un contratto ero in regola, quando ho fatto questo lavoro sono andato all’ospedale e un operaio, un collega mi ha accompagnato all’ospedale, lì ho detto come era successo. Ho avuto uno strappo e mi hanno dato due punti. Due giorni dopo il mio datore di lavoro ha cancellato il contratto. Io ho mandato la lettera al mio datore di lavoro con tutto che diceva che ho fatto un infortunio, che mi ero fatto male.
E lui dopo due giorni ha stracciato il tuo contratto?
Si lui dopo due giorni ha rotto il contratto, dopo ho mandato il certificato perché sono stato male con la schiena, non riesco a fare tutti i movimenti, io non riuscivo a lavorare e non avevo niente da mangiare. Il mio datore di lavoro mi ha detto di licenziarmi e così potevo riceve qualche soldo. Il mio datore di lavoro doveva darmi dei soldi, perché sono stato in infortunio sul lavoro per tre mesi, ma il mio datore di lavoro non voleva darmi i soldi, e così ho fatto licenziamento per avere qualche soldo. Il mio datore non voleva darmi i soldi dell’infortunio e così mi ha detto che potevo avere un po’ di soldi solo se mi licenziavo. Allora ho fatto licenziamento… … lui doveva darmi 11 euro all’ora… doveva pagarmi i due mesi prima dell’infortunio… doveva darmi 4500 euro che io non avevo ricevuto… alla fine quindi ho fatto il licenziamento per avere dei soldi.
Ma l’infortunio ti è stato riconosciuto?
Si mi è stato riconosciuto, ma il datore di lavoro doveva darmi i soldi dell’infortunio ma mi ha detto licenziati e ti posso dare dei soldi…
…questi due infortuni sono capitati quando ero operaio dipendente, quando era tutto in regola ma nel primo caso ho preso poco e nel secondo non mi dava neanche i soldi per mangiare, io ho deciso di fare come l’artigiano, se lavoro prendo se non lavoro sto a casa, come lavoratore autonomo.
Quanto tempo sei rimasto fermo? Non potevi lavorare vero?
Avevo problemi alla schiena, al nervo anche, non potevo lavorare come prima, non posso sforzare la schiena, la colonna vertebrale, sono stato molto tempo a casa.
Prima di andare a avanti, vorrei sapere se prima di assumerti ti hanno spiegato come fare il tuo lavoro?
Quando ti assume un proprietario della ditta non è importante come fare il lavoro, importante è il lavoro finito e basta, non ti dice niente sulla sicurezza!
Non ti dice niente sulla sicurezza?
No, non ti spiega niente, la sua sicurezza è come fare i soldi, non gli importa del lavoro, a lui non importa su tu muori sul lavoro, non gli importa se ti fai male…
Ma il datore di lavoro ha obbligo di informare i lavoratori sulla sicurezza, su quali sono i rischi, i problemi, spiegare come si fa il lavoro in sicurezza. Non ti ha detto niente?
Non mi ha detto niente. Dopo quell’infortuni lì ho fatto lavoro come artigiano, come lavoratore dipendente. Non ho trovato un bel lavoro e così guadagnavo poco, ma avevo la mia famiglia qua e dovevo lavorare. Prendevo lavoro per due o tre mesi, a volte stavo a casa. Nel 2004 ho cominciato a lavorare con un altro artigiano di Reggio. Lavoravo come lavoratore autonomo.
Ma quando hai avuto questi due infortuni sul lavoro e non potevi lavorare come potevi rinnovare il permesso di soggiorno?
Prima ho lavorato per due anni, avevo un contratto di due anni poi, dopo due anni, ho fatto un contratto con quella che mi sono fatto male alla schiena come dipendente a tempo indeterminato, poi ho fatto la carta di soggiorno, che non devo rinnovare…
E adesso sei lavoratore autonomo?
Adesso come lavoratore autonomo, dal 2004 lavoro in un cantiere qua vicino. Stavo lavorando con la sega circolare quando mi sono tagliato due dita, il pollice e l’indice. Quel giorno ho cominciato alle 7.30, come tutti gli altri giorni. Quando mi sono fatto male è arrivato il proprietario, lui lavorava con i figli. E loro mi hanno buttato fuori dal cantiere. Io ho chiamato mio fratello e altri due egiziani che lavoravano lì vicino. Il mio proprietario prima di buttarmi fuori mi ha detto di dire che l’infortunio non lo ho fatto sul lavoro ma a casa.
E tu all’ospedale cosa hai detto?
Ho detto che me lo sono fatto sul lavoro ma non ricordavo la strada dove c’era il cantiere. Ho raccontato come mi sono fatto male. Poi i proprietari sono venuti in ospedale e mi hanno detto di firmare un documento così mi davano i soldi. Volevo leggerlo e loro mi hanno detto no, scrivi, io non volevo scrivere ma mi hanno preso la mano e hanno firmato. Hanno lasciato soldi e sono andati.
E che documento era?
Una fattura per dire che io lavoro da loro come contratto ma io lavoro da loro come ora. Quel foglio dice che io lavoro a metro e non a ora. E’ un contratto di fattura. C’è molta differenza per tutti e due. Ma quel momento lì io non ho voluto farlo. Mio fratello ha detto di fermare quel ragazzo. C’era un anziano e un infermiera lì vicino a me, questa infermiera ha detto che non aveva mai visto niente di tutto questo nella sua vita. Io sono riuscito ad alzarmi e sono scappato dietro loro perché volevo indietro il foglio che avevo firmato perché non sapevo che foglio era. C’era anche mio fratello. Li abbiamo minacciati. Loro sono scappati e hanno chiamato i carabinieri. Sono andati dall’avvocato e dai carabinieri. Loro mi hanno denunciato, e hanno denunciato anche mio fratello e mio nipote, quando mi hanno denunciato mi hanno bloccato mia carta di soggiorno.
Ti hanno denunciato perché tu li hai minacciati?
Loro hanno detto che li ho minacciati. Dopo un anno ho ricevuto una lettera dal tribunale perché ci poteva essere anche una causa penale perché io li ho minacciati con la bottiglia. Adesso sta andando avanti.
E’ una causa ancora in corso?

Si è una cosa lunga, perché ci può essere anche la parte penale. E poi c’è il danno biologico.
Questo infortunio è successo nel 2004, vero?
Si, e adesso il processo civile è ancora in corso
E anche in questo caso nessuno ti ha detto come fare il tuo lavoro in maniera sicura? Come si faceva il lavoro?
Mi hanno detto solo di stare attento e basta però la sicurezza della macchina non c’è, anche nel primo infortunio la sicurezza non c’era, il parapetto non era a posto, doveva essere più rinforzato. Nell’ultimo infortunio non c’era un coperchio nella macchina, quando mi sono tagliato le dita il coperchio non c’era, era fuori norma.
Da quanto tempo lavoravi quando ti sei tagliato?
6 mesi.
E tu quando ti sei accorto che non era tutto a norma, non potevi dirlo a nessuno?
No, come tutti, quando stai lavorando non puoi dire niente, se dici qualche cosa, ti cacciano via e prendono un altro. Se non va bene vai via, se tu vai via ce ne sono altri cento come te che vogliono quel posto di lavoro. Conviene stare zitto, se vuoi lavorare devi stare zitto.
Adesso cosa stai facendo?
Adesso ho trovato un altro lavoro come muratore.
E come ti stai trovando?
Male, male adesso c’è poco lavoro, adesso non c’è lavoro come prima, sono messo male, anche lo stipendio è calato. E per trovare lavoro devi conoscere qualcuno. Devi passare per due mani. Lavoro sempre come artigiano, non c’è un contratto. La maggior parte hanno contratti come autonomo. Ma devo lavorare e devo accettare quello che c’è. Bisogna mangiare. C’è solo quel mestiere lì, devi lavorare con la forza.
Adesso hai ancora dei dolori alla schiena?
Si, si ma devo lavorare, dovrei fare delle cure ma devo lavorare per mantenere la mia famiglia, se hai una famiglia da mantenere devi lavorare anche se sei morto.
La tua famiglia è qua con te?
Si sono venuto prima io e poi ho fatto il ricongiungimento famigliare.