Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da Il Messaggero del 4 luglio 2004

Scoperto il “lager” dei “vu cumprà” di P. Curzi

Archi (An)- Clandestini del Bangladesh, avviati al mestiere di vu cumprà, stivati come bestie in appartamenti acquistati da connazionali. Maxi-operazione della squadra mobile di Ancona che ha scoperto tre distinte abitazioni in cui erano stati alloggiati 24 bengalesi sbarcati ad Ancona martedì scorso e nascosti all’interno di un tir proveniente dalla Grecia. I blitz sono scattati giovedì mattina in via Marconi, agli Archi, in via Lamaticci ed in via Capodistria, zona stazione ferroviaria e si sono conclusi con una raffica di arresti, denunce e decreti di espulsione.

E’ una vera e propria organizzazione legata allo sfruttamento dell’immigrazione clandestina quella sgominata grazie alle indagini della Mobile nell’ambito di attività info-investigative mirate al monitoraggio delle condizioni di clandestinità dei cittadini presenti sul territorio locale. Nessuno stupore tra i residenti e gli operatori commerciali delle zone interessate, in particolare agli Archi, quartiere che negli ultimi anni ha conosciuto un drastico afflusso di cittadini stranieri di varie nazionalità.

Gli extracomunitari sono arrivati al porto di Ancona il 29 giugno scorso, una trentina in tutto. Tempo un giorno per l’ambientamento e sarebbero poi stati dirottati come vù cumprà sulle spiagge anconetane, ma anche all’interno della città, specie al porto e alla stazione. Tra loro anche i venditori di rose. Il vertice dell’organizzazione aveva pensato a tutto. L’appartamento di via Capodistria, ad esempio, risulta acquistato nel marzo del 2003 da cinque cittadini del Bangladesh. Tutto in regola, contratto compreso, ma l’interno – 70 metri quadrati – era adibito a dormitorio con tredici posti letto. Sette i bengalesi scoperti alcuni dei quali sono stati arrestati o colpiti da decreto di espulsione in base alla legge Bossi-Fini.

I cinque cittadini del Bangladesh proprietari dell’appartamento sono stati invece denunciati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Stessa musica in via Marconi e in via Lamaticci. Bilocali o trilocali di medio-piccola metratura con all’interno soltanto una raffica di reti e materassi come in un lager. Scarsissima mobilia e generi di sostentamento pressoché assenti, a parte enormi sacchi di riso. Ciò si riflette in condizioni igienico-sanitarie penose. L’intervento degli uomini della squadra mobile di Ancona ha portato alla luce un vero e proprio dramma umano, con persone costrette a vivere in condizioni terribili. Alla base, tuttavia, restano i reati legati all’immigrazione clandestina.

L’operazione di giovedì mattina non ha provocato grosso scalpore tra gli abitanti degli Archi, ormai abituati da tempo a convivere con situazioni del genere: «Il quartiere è cambiato radicalmente negli ultimi dieci anni – riferisce uno dei commercianti più noti di via Marconi che preferisce mantenere l’anonimato -. Molti appartamenti di proprietà dei pescatori ora vengono comprati, ma soprattutto affittati a stranieri. Invece di due-tre persone ogni appartamento ne contiene il triplo, se non di più. Questo sistema è stato favorito dal crollo dei prezzi delle case agli Archi ora vendute ad un terzo rispetto al passato. Ogni mattina io apro il mio negozio presto e da ogni portone vedo spuntare decine di stranieri avviati ai lavori più disparati».
Su tutti il fenomeno dei vu cumprà: “Qui il traffico – conferma un artigiano della zona – inizia nella tarda primavera, con l’arrivo della stagione calda quando gli affari sono migliori. Bengalesi? Qui agli Archi ci sono stranieri di oltre 45 nazionalità.”