Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da Corriere della sera on line del 5 agosto 2011

Troppi clandestini dalla Turchia: la Grecia costruisce un Muro-fossato

La barriera lunga 120 chilometri, larga 30 metri e profonda sette dovrebbe fermare gli immigrati

Inaspettato, progettato quasi nel silenzio: se in un primo momento il piano del governo greco prevedeva la costruzione di una recinzione o di un muro per prevenire e ostacolare l’ingresso nel Paese di immigrati clandestini, ora la Grecia intende chiudere i confini con la vicina Turchia con un gigantesco fossato. Lungo 120 chilometri, largo 30 metri e profondo sette, fermerà gli immigrati su una delle rotte più utilizzate per entrare nel Vecchio Continente. I dati ufficiali di Atene parlano di oltre mezzo milione di clandestini entrati negli ultimi quattro anni. Nonostante le riserve dell’Europa i lavori di scavo sono già iniziati.

A 50 ANNI DAL MURO – Come per un castello medievale circondato da orde di barbari, Atene costruisce un fossato per limitare gli attraversamenti irregolari. Insomma, una sorta di Muro di Berlino, però in profondità. E questo esattamente a 50 anni dall’inizio della costruzione della barriera in cemento che separava Berlino Est da Berlino Ovest. La barriera greca, invece, costeggerà il fiume Evros – in turco Meric – un confine molto spesso sfruttato dagli immigrati per arrivare in Grecia e da lì in tutta Europa. Il fossato chiuderà, dunque, definitivamente il confine con la Turchia. I lavori non solo sono già iniziati, ma proseguono a ritmo serrato, rivela il quotidiano di Atene To Vima. Infatti: i primi 14,5 chilometri presso la località di Orestiada, nella periferia della Macedonia orientale e Tracia, sarebbero già stati scavati. Secondo il giornale, che ha pubblicato una mappa del tracciato, la struttura di frontiera verrà usata anche per non meglio precisati «scopi militari e di difesa». Da qualche decennio i rapporti diplomatici tra Atene e Ankara non sono infatti dei migliori a causa di alcune questioni di diritto di sovranità. Altri giornali hanno pubblicato sui propri siti alcune foto del capo dell’esercito greco, il vice-generale Frangos Frangoulis, mentre ispeziona i lavori, eseguiti dai militari. Nulla è stato finora riferito sui costi del gigantesco progetto.

PASSAGGI FATALI – Nel 2010, qualcosa come 128 mila immigrati clandestini è arrivato in Grecia. Negli ultimi quattro anni, dicono i dati ufficiali della Grecia, sarebbero stati 512.000. La maggior parte dei migranti é di origine asiatica e africana. Il confine dell’Evros è lungo circa 200 km, difficilmente controllabile in toto, ed è considerato un «punto debole» sui confini della repubblica ellenica. Allo stesso tempo è anche l’ultima porta d’ingresso per l’Unione Europea e spesso è stato teatro di tragedie: molte persone hanno perso la loro vita nel tentativo di attraversare le acque limacciose dell’Evros. Non sempre sono immigrati illegali, spesso si tratta di rifugiati che scappano dalle guerre nei loro Paesi. Secondo l’Agenzia europea per il controllo delle frontiere esterne Frontex, una media di 250 persone attraversano illegalmente la frontiera ogni giorno.

IL MURO – Per bloccare il flusso di immigrati Atene aveva annunciato a inizio anno i piani per la costruzione di un muro lungo il confine turco o di un chilometrico recinto dotato di sensori di movimento e telecamere termiche. I progetti avevano scatenato un feroce dibattito dentro e fuori i confini della Grecia. «Il muro della vergogna» aveva titolato il quotidiano della capitale Avgi, mentre il più conservatore Kathimerini l’aveva definita una «iniziativa positiva» del ministero greco per la protezione dei cittadini. «La Grecia non può diventare un campo aperto per i rifugiati», aveva scritto. Il ministro per la protezione dei cittadini, Christos Papoutsi, aveva parlato di «un dovere del governo per proteggere i diritti dei cittadini greci e di coloro che risiedono legalmente all’interno del Paese». La commissaria Ue agli Affari interni Cecilia Malmström aveva invece dichiarato che «reti e muri hanno già dimostrato di essere misure valide solo nel breve termine». Critiche erano arrivate anche dall’opposizione di sinistra in parlamento e dalle organizzazioni per i diritti umani, tra cui l’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati (UNHCR).

Elmar Burchia