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CPT Gradisca – Pronti i ricorsi per bloccare l’apertura del centro di detenzione

Intervista ad Alessandro Metz, consigliere regionale del F.V.G.

Nei giorni scorsi si è svolto un incontro istituzionale importante in Regione per definire, dal punto di vista amministrativo, i ricorsi da presentare al TAR del Lazio e del F.V.G oltrechè alla Corte Costituzionale.
Ne sarebbero coinvolti la Regione, la Provincia e il Comune di Gradisca.
Nel frattempo si sta lavorando alla preparazione della manifestazione nazionale per il 22 ottobre proprio a Gradisca e a Bari S.Paolo, i due nuovi CPT che il governo interebbe aprire prossimamente.

L’aggiornamento nell’intervista con Alessandro Metz, cons. regionale Verdi del Friuli Venezia Giulia. ascolta

D: Quali sono le novità, dal punto di vista amministrativo, in merito all’apertura del CPT di Gradisca?

R: Come annunciato, è stata indetta per il 22 ottobre una manifestazione che si svolgerà in due città: Gradisca d’Isonzo e Bari. E’ importante ribadire che la mobilitazione deve infatti essere mantenuta sempre attiva e viva per impedire l’apertura di queste strutture.
Dal punto di vista amministrativo-legale vi sono alcuni aspetti di novità.
Presso la sede della Regione di recente c’è stata una riunione con la presenza degli avvocati dell’ente regionale, del Comune di Gradisca d’Isonzo e della Provincia di Gorizia, insieme ad altri avvocati e professori universitari, per valutare la possibilità di ricorso da parte degli enti locali rispetto all’apertura del CPT. Sono emerse alcuni elementi interessanti sotto diversi punti di vista.

Innanzitutto secondo gli esperti del diritto ci sono, in questa fase, gli elementi per poter fare un ricorso al TAR del Lazio per le inflazioni amministrative fatte dal Governo, il quale ha disatteso i suoi stessi Decreti del Consiglio dei Ministri in merito alle procedure da attuare sulla costruzione dei centri di permanenza temporanea. E’ quindi possibile fare un ricorso presso il TAR del Lazio proprio per impugnare queste mancanze, quali il mancato coinvolgimento in qualsiasi forma della Regione Friuli Venezia Giulia in ogni passaggio. Sapendo che il TAR del Lazio ha tempi molto lunghi, si è valutato di poter fare nel frattempo un ricorso al TAR del Friuli Venezia Giulia con la richiesta della sospensiva, in modo che i lavori siano sospesi in attesa del pronunciamento del TAR del Lazio.
Un altro aspetto, che dal mio punto di vista diventa particolarmente interessante, è la possibilità della Regione di andare in Corte Costituzionale per impugnare la lesa sovranità politica della Regione in merito alle politiche riguardanti la costruzione di un CPT in assenza di emergenza.
Secondo gli accademici del diritto presenti alla riunione viene meno, da diversi anni ormai, l’emergenza da cui scaturisce la necessità dei CPT secondo una legislazione che conosciamo fin troppo bene. Una legislazione che mette in crisi l’esistenza stessa dei CPT e che quindi avrebbe una ricaduta nazionale al di là dell’esistenza del Centro di Gradisca d’Isonzo.

D: Per cui nell’immediato che cosa può succedere?

R: I passaggi adesso possono superare quella “timidezza” che finora ha caratterizzato l’approccio delle istituzioni locali e dei legali delle autonomie locali che ritenevano necessari documenti e carte come appiglio per riferirsi alle mancanze appena dette. Questa timidezza sembra ora by-passata. I tempi di scadenza per gli eventuali ricorsi sono il 15 novembre e su questa scadenza si sta premendo affinché Regione, Provincia e Comune li presentino. Dal punto di vista politico hanno un impatto notevole, dal punto di vista amministrativo-legale avranno il proprio corso e speriamo anche risultati positivi. Il dato politico è quello che in questo momento ci deve maggiormente interessare rispetto ad un percorso fortemente limitativo e di impronta repressiva che s’è dato finora rispetto alle politiche sull’immigrazione.

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