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da Amisnet del 24 novembre 2006

Rom e Sinti: nomadi per forza

E’ costruito sopra una discarica di rifiuti tossici il campo rom istituito dal comune di Bolzano. A giugno è scattata la denuncia da parte della onlus OsservAzione, ma ad oggi le istituzioni ancora non hanno risposto.

L’onlus, che si occupa della difesa dei diritti dei rom e sinti, aveva constato che otto bambini su dieci del campo rom di Bolzano, che ospita circa cento famiglie, avevano problemi di salute. E’ scattata così una inchiesta: dalle ricerche è emerso che prima dell’istituzione del campo, nel 1996, il terreno era una discarica dove venivano gettati anche rifiuti tossici, l’unica precauzione che al tempo era stata presa, consisteva in un telone di plastica posizionato qualche centimetro sotto terra cosi’ da “isolare” gli scarichi tossici. Il comune di Bolzano ancora non ha risposto alle denunce di OsservAzione, e intanto le venti famiglie rom ancora vivono sul cumulo di rifuiti. Si è paventata la possibilità di spostare gli abitanti del campo in un nuovo campo, ni questo caso le persone si opporrebbero fermamente, perchè vogliono finalmente un alloggio. L’80% di loro è residente in Italia da più di dieci anni, e tuttti prima di arrivare in Italia vivevano in alloggi.

Sfatato il mito del nomadismo di rom e sinti. Non sono nomadi per scelta, ma costretti da secoli di persecuzione. Non vogliono vivere nei campi, ma chiedono un alloggio, che spesso gli viene negato. In una ricerca portata avanti in 16 città italiane è emerso che l’accesso alle case popolari è per i rom molto difficile. Il comune di Bolzano, ad esempio, non considera i campi dei veri e propri alloggi, facendo così perdere punti agli abitanti dei campi nella graduatoria per l’assegnazione delle case.