di Cinzia Gubbini La terra promessa forse era il Brasile, Ma sono morti di fame e di sete tra atroci tormenti. Scoperto al largo delle isole Barbados, in pieno Oceano Atlantico, un vascello con undici corpi mummificati di uomini provenienti da Mali
CI. GU. Piena convergenza su come trattare i problemi dell’immigrazione clandestina tra il premier spagnolo Louis Rodriguez Zapatero e il primo ministro francese Dominique De Villepin, che ieri si sono incotrati a Barcellona. Zapatero e De Villepin, nonostante i diversi colori delle
Se ti abbandonano in mezzo al deserto di Cinzia Gubbini
La paura dei migranti che vivono in Marocco: nel deserto ci finiscono tutti
Melilla, l’odissea dei dannati
A Oudja, tra i subsahariani espulsi dalla Spagna e in attesa di essere cacciati dal Marocco
di Pietro Gigli KHARTOUM AKhartoum, non lontano dall’aeroporto e dal quartiere delle ambasciate, c’è l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr). Lì davanti uomini donne e bambini, circa una quindicina, aspettano che qualcosa succeda e che possa così finire l’incubo
di Cinzia Gubbini Le espulsioni degli immigrati che nelle ultime settimane hanno preso d’assalto le enclaves spagnole di Ceuta e Melilla sono iniziate: ieri dalla frontiera algerina di Oujda 180 senegalesi sono stati imbarcati su un aereo e spediti indietro. Altri aerei
Il muro di Melilla, le acque di Lampedusa. Un’umanità disperata bussa alle nostre porte e ad attenderla trova spesso, troppo spesso, Muri di ostilità; barriere non solo fisiche ma mentali. Il Mediterraneo non deve trasformarsi in un abisso di inciviltà. In gioco
«I disperati di Melilla sono solo l’avanguardia sofferente, senza speranza, dei due milioni di diseredati del Nord Africa e dell’Africa subsahariana che premono ai “cancelli” dell’Europa. Un fenomeno destinato a crescere nei prossimi mesi». A parlare è Angelo Del Boca, uno dei
Anna Maria Merlo Parigi – La Commissione di Bruxelles ha inviato ieri mattina una missione «tecnica» a Ceuta e Melilla, con funzionari della nuova Agenzia europea alle frontiere, per cercare di valutare l’ampiezza dell’immigrazione che passa attraverso il Marocco con l’obiettivo di
Stefano Liberti Uomini e ragazzi feriti, bambini, donne incinte senza acqua né viveri, lasciati nel mezzo del deserto a pochi passi dal confine con l’Algeria. Non hanno nulla con cui ripararsi dalla rigida notte del Sahara; per la sussistenza possono solo sperare
«La situazione è tragica. Non solo ci sparano addosso, ma hanno cominciato a rimpatriarci verso il Sahara». Al telefono da Rabat, la voce del nigeriano Peter trema dalla paura. «Vivo rintanato in casa, col terrore di essere acchiappato e spedito chissà dove»,